venerdì 30 dicembre 2022

Materassi di protezione antitrauma per impianti sportivi



La sicurezza degli impianti sportivi è un fattore cruciale per l’incolumità dei giocatori e del pubblico.

I materassi di protezione antitrauma sono per questo una soluzione importante per garantire la sicurezza e prevenire infortuni legati ad eventuali impatti accidentali durante le attività sportive.

 

Il ruolo dei materassi di protezione antitrauma

I materassi di protezione antitrauma sono in grado di proteggere atleti ed appassionati da lesioni dovute ad urto con strutture presenti nei pressi del campo da gioco o allenamento durante le attività sportive.

Questi materassi sono progettati per assorbire gli urti e ridurre la pressione sul corpo, il che li rende ideali per strutture di ogni tipo in cui siano presenti eventuali pali, paletti, gradoni, spigoli, colonne, pareti e transenne nei pressi dell’area in cui le attività vengono svolte.

 

Vantaggi dei materassi di protezione antitrauma

I materassi di protezione antitrauma per impianti sportivi offrono dunque una serie di vantaggi, tra cui:

  • ·        Riduzione del rischio di infortuni: i materassi di protezione antitrauma aiutano a ridurre il rischio di lesioni durante le attività sportive, garantendo così l’incolumità dei giocatori.

  • ·       Tranquillità: questi materassi sono progettati per offrire tranquillità a tutti durante le attività sportive, il che permette ai giocatori di concentrarsi interamente sul gioco e sulla performance senza paura di farsi male in caso di urto accidentale con una superficie presente nei pressi del campo di gioco.

  • ·        Durata: i materassi di protezione antitrauma sono realizzati con materiali di alta qualità che garantiscono una lunga durata anche con un uso continuato nel tempo.

 

Importanza della sicurezza negli impianti sportivi

La sicurezza negli impianti sportivi è fondamentale per garantire l’incolumità a giocatori, utenti e pubblico. I materassi di protezione antitrauma sono solo una delle soluzioni importanti per garantire la sicurezza all’interno di questi impianti.


Conclusione

Come appare evidente, la sicurezza negli impianti sportivi è un fattore davvero importante per la salute e l’incolumità dei giocatori e del pubblico.

I materassi di protezione antitrauma sono una soluzione importante per garantire la sicurezza e prevenire lesioni durante le attività sportive, e consentono di rendere innocuo l’impatto con ogni tipo di struttura potenzialmente pericolosa posta ai bordi o nelle vicinanze del campo.

martedì 27 dicembre 2022

La formazione obbligatoria per dirigenti sulla sicurezza lavoro

 


In un articolo precedente abbiamo parlato della figura dei Dirigenti e di come debbano operare per garantire la sicurezza sul posto di lavoro. Per queste mansioni devono essere correttamente formati grazie a corsi specifici; oggi vedremo quali sono le modalità di svolgimento e gli argomenti di questi corsi.

Che formazione ricevono i Dirigenti?

Il percorso formativo del Dirigente per la sicurezza è dettagliato nell’accordo Stato del 21 dicembre 2011, in attuazione dell’articolo 37 del Decreto Legislativo 81/2008 in relazione ai compiti ed alle responsabilità in materia di sicurezza sul lavoro. In esso sono definiti la durata ed i contenuti del corso.

Il corso Dirigenti fornisce le conoscenze base sulla sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, portando a conoscenza del Dirigente la normativa sull’igiene e la sicurezza sul lavoro contenute nel D.Lgs. 81/2008, ed evidenziandone i compiti e le responsabilità nella gestione della sicurezza sul lavoro.

Formazione dei Dirigenti: normativa

In tema salute e sicurezza sul lavoro, l'art. 37 del D.Lgs. 81/08 stabilisce che i dirigenti debbano ricevere, dal datore di lavoro, un'adeguata e specifica formazione, in base ai propri compiti.
In generale, i contenuti della formazione per dirigenti devono riguardare:

  • soggetti coinvolti e relativi obblighi;
  • definizione e individuazione dei fattori di rischio;
  • valutazione dei rischi;
  • individuazione delle misure tecniche, organizzative e procedurali di prevenzione e protezione.

Nello specifico, è poi l'Accordo Stato Regioni del 21/12/2011 a definire modalità, durata e contenuti del percorso formativo.

  1. Iniziamo dicendo che la Formazione Dirigenti sostituisce quella prevista per i lavoratori e prevede 16 ore di corso divise in 4 moduli:
  2. giuridico - normativo
  3. gestione e organizzazione della sicurezza
  4. individuazione e valutazione dei rischi
  5. comunicazione, formazione e consultazione dei lavoratori.

I contenuti del corso di formazione Dirigenti

Il corso obbligatorio per dirigenti prevede una durata complessiva di 16 ore e un aggiornamento quinquennale di 6 ore. Ecco, nel dettaglio, i contenuti del percorso formativo:

Modulo 1. Giuridico – Normativo

• sistema legislativo in materia di sicurezza dei lavoratori;
• organi di vigilanza e procedure ispettive;
• soggetti del sistema di prevenzione aziendale secondo il D.Lgs. 81/08: compiti, obblighi, responsabilità e tutela assicurativa;
• delega di funzioni;
• responsabilità civile e penale e tutela assicurativa;
• "responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni, anche prive di responsabilità giuridica" ex D.Lgs. 231/2001 e s.m.i.;
• sistemi di qualificazione delle imprese e patente a punti in edilizia.

Modulo 2. Gestione ed organizzazione della sicurezza

• modelli di organizzazione e di gestione della salute e sicurezza sul lavoro (art. 30, D.Lgs. 81/08);
• gestione della documentazione tecnico amministrativa;
• obblighi connessi ai contratti di appalto o d'opera o di somministrazione;
• organizzazione della prevenzione incendi, primo soccorso e gestione delle emergenze;
• modalità di organizzazione e di esercizio della funzione di vigilanza delle attività lavorative e in ordine all'adempimento degli obblighi previsti al comma 3 bis dell'art. 18 del D.Lgs. 81/08;
• ruolo del responsabile e degli addetti al servizio di prevenzione e protezione.

Modulo 3. Individuazione e valutazione dei rischi

• criteri e strumenti per l'individuazione e la valutazione dei rischi;
• rischio da stress lavoro-correlato;
• rischio ricollegabile alle differenze di genere, età, alla provenienza da altri paesi e alla tipologia contrattuale;
• rischio interferenziale e gestione del rischio nello svolgimento di lavori in appalto;
• misure tecniche, organizzative e procedurali di prevenzione e protezione in base ai fattori di rischio;
• considerazione degli infortuni mancanti e delle risultanze delle attività di partecipazione dei lavoratori e dei preposti;
• dispositivi di protezione individuale;
• sorveglianza sanitaria.

Modulo 4. Comunicazione, formazione e consultazione dei lavoratori

• competenze relazionali e consapevolezza del ruolo;
• importanza strategica dell'informazione, della formazione e dell'addestramento quali strumenti di conoscenza della realtà aziendale;
• tecniche di comunicazione;
• lavoro di gruppo e gestione dei conflitti;
• consultazione e partecipazione dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza;
• natura, funzioni e modalità di nomina o di elezione dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza.

La conclusione del corso di formazione

Al termine del percorso formativo è prevista una prova di verifica finale per il rilascio dell'attestato. Il corso per la sicurezza può essere svolto anche in modalità e-learning e dovrà essere aggiornato ogni cinque anni.

Raccomandiamo sempre di rivolgersi ad un ente accreditato per la formazione sulla sicurezza.

Quando installare il climatizzatore d'aria con pompa di calore

 


Cosa sono i climatizzatori con pompa di calore? Sono davvero convenienti per riscaldare la nostra abitazione? Domande che ci siamo posti in vista dell'arrivo della stagione fredda, vediamo quali sono le risposte.

Il funzionamento dei climatizzatori a pompa di calore

Cos'è un climatizzatore a pompa di calore? Di solito si acquista un climatizzatore per combattere il caldo estivo, i modelli dotati di pompa di calore, invece, sono strumenti adatti anche contro il freddo.

Questi elettrodomestici sono in grado di produrre uno scambio termico tra ambienti di temperature diverse. Quando si vuole rinfrescare la casa, il climatizzatore, preleva il calore interno e lo butta all'esterno abbassando la temperatura di diversi gradi. Viceversa, quando si vuole riscaldare, la pompa assorbe l'aria calda esterna e la fa confluire dentro la nostra casa.

La tecnologia inverter

I modelli più recenti sono dotati della tecnologia inverter che fa si che il climatizzatore gestisca in automatico la temperatura dell'ambiente, senza mai arrestarsi. Questo permette di avere ambienti mantenuti sempre ad una temperatura impostata ideale ed evita di dover continuare ad accendere e a spegnere il climatizzatore.

Si tratta di un sistema che riduce gli sprechi, ottimizza i consumi energetici e il comfort di casa. Quando procediamo con l'installazione di un climatizzatore, assicuriamoci che sia un modello con inverter.

Differenti tipologie di climatizzatori a pompa di calore

Ad oggi, sul mercato, possiamo trovare due tipi di climatizzatori di questo tipo:

  • i climatizzatori con pompa di calore ad aria: questi raccolgono il calore dall'aria, lo trasportano fuori casa nelle stagioni calde e lo attirano nella abitazione durante quelle fredde;
  • i modelli con pompa acqua aria: questi effettuano lo stesso procedimento ma sfruttano la potenza dell'acqua, questa viene raccolta in una vaschetta nel climatizzatore e convertita in vapore acqueo quando entra in contatto con il calore.

Questa seconda tipologia di modelli ha solitamente una resa migliore rispetto a quelli più semplici ad aria, ma anche il costo è più elevato.

Quali sono i vantaggi?

La scelta di un climatizzatore a pompa di calore per la propria abitazione rappresenta diversi vantaggi:

  • Innanzitutto, come già accennato, si tratta di un sistema flessibile, adatto sia a raffreddare che a riscaldare gli ambienti di casa e in grado di trasportare il calore da un ambiente all'altro.
  • Per la sua struttura richiede meno manutenzioni ed è più facile da installare rispetto ad una caldaia tradizionale.
  • Utilizzando l'aria esterna come mezzo per la climatizzazione, la pompa di calore assicura minori emissioni e, per questo motivo, si può dire uno strumento eco-sostenibile.
  • Convogliare il calore inutilizzato degli ambienti in altri non è solo una scelta sostenibile, permette anche di risparmiare consumi energetici e alleggerire le nostre bollette. In particolare è una situazione ideale per gli ambienti a dimensioni ridotte come gli appartamenti.
  • Con un climatizzatore di ultima generazione è possibile avere a disposizione aria pulita grazie ai sistemi di filtraggio che eliminano allergeni o batteri. Funzionano anche in maniera efficace da deumidificatori per gli ambienti.

I possibili svantaggi

Naturalmente, come per ogni tecnologia, ci sono anche svantaggi, occorre valutare con cautela i pro e i contro per poi procedere ad una scelta mirata della migliore soluzione adatta alle nostre esigenze.

Come prima cosa, il sistema a pompa di calore risente molto delle temperature esterne: se il freddo o l'umidità esterna sono particolarmente elevati il sistema lavorerà con maggiore fatica; in quelle condizioni può formarsi uno strato di brina o ghiaccio che richiederà un maggiore dispendio di energia per il funzionamento.

Utilizzare un climatizzatore per il riscaldamento prevede anche che venga montato un motore esterno, soluzione che potrebbe essere problematica su palazzi storici oppure nel caso di restrizioni nelle parti comuni.

La soluzione climatizzatore può rivelarsi eccessivamente efficace nel deumidificare gli ambienti, costringendoci a far ricorso a umidificatori per controbilanciare.

Per concludere il climatizzatore a pompa di calore si tratta di un ottimo sistema per piccoli ambienti, richiede poca manutenzione e riscalda gli ambienti in poco tempo; otteniamo un vantaggio ancora maggiore in termini di risparmio energetico se utilizziamo fonti di energia rinnovabili come i pannelli solari.

Come si effettua la posa degli infissi a regola d'arte?

 


 

Quali sono le fasi principali per la posa degli infissi? Quali sono i passaggi fondamentali che permettono di eseguire un'installazione a regola d'arte? Scopriamolo assieme con l'aiuto di un posatore esperto.

Cosa è la posa degli infissi a regola d'arte?

Franco, posatore di serramenti a Monza e Brianza, lavora nel ramo da decenni e sa quanto importante sia aggiornarsi e mantenersi al passo con le tecnologie e le normative recenti per poter garantire una posa degli infissi di qualità.

La posa di un infisso è una fase delicata e importante quanto quella dell'acquisto vera e propria; una posa effettuata in malo modo può rendere inutili anche la porta o la finestra più performanti. Lo scopo dell'attività è quello di ancorare l'infisso alla muratura, unendo le due parti in maniera che non ci siano passaggi di rumore o dispersioni di calore e che l'infisso resista agli agenti atmosferici.

Occorre garantire che il telaio della finestra funzioni correttamente e che questa si apra e si chiuda senza difficoltà, una precisazione basilare... ma non banale.

Norme, certificazioni e livelli del posatore di serramenti

Le linee guida per una posa a regola d'arte partono dalla normativa UNI 11673-1, si tratta di una regola volontaria che prevede che le prestazioni dell'infisso dichiarate in laboratorio siano manutenute anche in opera, una volta installato nelle nostre abitazioni o nelle aziende. La norma dichiara che l'infisso deve mantenere la sua efficienza per tutta la durata della sua esistenza e specifica anche in materiali da utilizzare e le criticità da risolvere.

Le norme UNI 11673 successive hanno implementato il regolamento stabilendo parametri più stringenti come le competenze del posatore di serramenti professionista, i requisiti per i corsi di formazione e di messa in opera del serramento. Tutto questo ha permesso di poter parlare, oltre che di posa a regola d'arte, di una vera e propria posa certificata degli infissi.

Il serramentista in possesso di una certificazione dimostra di essere sempre aggiornato sulle ultime tecniche e offre la garanzia che le prestazioni del serramento in opera rispettino quelle prescritte dal produttore.

Le fasi della posa degli infissi a regola d'arte

Vediamo ora assieme quali passi deve compiere il posatore di serramenti per eseguire il proprio lavoro nel modo migliore. Si tratta di un processo ampio e complesso che si articola in varie parti, ma che consente di fare un lavoro a regola d'arte.

Il rilievo delle misure

Per un lavoro corretto i primi rilievi effettuati in cantiere sono importanti, qui si stabiliscono tutti gli aspetti tecnici e le prestazioni del serramento in accordo con i desideri del cliente. In questa fase sarà essenziale il coordinamento tra cliente, il costruttore, il progettista e un professionista del risanamento energetico.

La progettazione della posa in opera

Di competenza del progettista (ma può essere delegata al produttore del serramento), si svolge in ufficio e consiste nella redazione dei disegni tecnici. Questi progetti dovranno essere realizzati in base ai desideri del cliente, alle esigenze del costruttore e alle normative che regolano la posa degli infissi. In questa fase occorre considerare la tenuta aria-acqua-vento, l'isolamento termico/acustico e il fissaggio meccanico che andrà calibrato a seconda del peso degli infissi.

La realizzazione dei controtelai e degli infissi certificati

I controtelai e i serramenti andranno realizzati o acquistati seguendo scrupolosamente il progetto creato nella fase precedente. Dovranno rispettare forma, misure e tolleranze, ed essere in possesso di tutti gli accessori. La cosa migliore sarebbe che, in questa fase, fosse il posatore di serramenti, con la collaborazione dell'impresa edile, a effettuare la posa dei controtelai.

L'incarico di posa

Il produttore del serramento ha l'obbligo di redigere un Manuale di posa e un Manuale di uso e manutenzione da consegnare al posatore e al cliente; Il fine di evitare incomprensioni e di dichiarare tutti i materiali da utilizzare oltre che fornire un servizio al cliente.

Il montaggio degli infissi

La fase vera e propria di installazione degli infissi. I posatori invieranno il loro lavoro, muniti dei Manuali di posa e di tutte le informazioni per eseguirlo a regola d'arte.

Il verbale di collaudo

A conclusione del lavoro di effettuano i protocolli di collaudo per verificare che i lavori sono stati effettuati secondo il progetto. A seguito si realizza il verbale di corretta posa in opera; saranno segnalate eventuali anomalie o manchevolezze e servirà come dichiarazione per la data di fine lavori in caso ci siano garanzie o incentivi statali.

La garanzia sulla posa

La posa degli infissi a regola d'arte è tale perchè è garantita. Le finestre e la posa devono essere garantite almeno per due anni come prevede il Codice del Consumo. La garanzia sulla posa deve essere rilasciata per iscritto dal posatore che ha eseguito i lavori.

Il post-vendita

L'attività di posa non si conclude dopo aver montato porte e finestre ma prosegue nel tempo grazie ad una attività di manutenzione periodica e pianificata. Il professionista andrà a verificare il corretto funzionamento e l'integrità dei materiali utilizzati. Si potranno pianificare interventi di riparazione e il posatore avrà a disposizione un archivio elettronico che riporta i progetti, i disegni di posa, i manuali e i materiali utilizzati in modo da poter intervenire nel modo più efficace possibile.

venerdì 16 dicembre 2022

Angela Pianca e Franco Rotelli: il libro Accademia della Follia

 


“L’Accademia della Follia con Claudio Misculin è nata nell’ospedale psichiatrico di San Giovanni a Trieste. Erano i giorni in cui, arrivato Franco Basaglia, le porte si aprivano, gli internati circolavano per il parco e cominciavano a guadagnare la città.” – Peppe Dell'Acqua

“Accademia della follia. Un viaggio lungo trent’anni” edito dalla casa editrice mantovana Negretto Editore nel 2022 (collana Cause e Affetti diretta da Cinzia Migani) è un saggio che comprende una serie di brani aventi autori diversi e curato da Angela Pianca e Franco Rotelli. Ogni autore ed ogni autrice presente ha collaborato con l’Accademia della Follia impegnandosi nel portare avanti il progetto teatrale e culturale fondato nel 1992 a Rimini da Claudio Misculin, Cinzia Quintiliani ed Angela Pianca. Il sottotitolo del volume recita infatti “Un viaggio lungo trent’anni” ed al suo interno si potrà percorrere la vorticosa strada intrapresa da coloro che hanno partecipato all’Accademia come concreta possibilità di ricerca nella quale il teatro è diventato terreno fertile e comune per presentare e preservare la diversità e la sua trasformazione.

I contenuti del libro sono variegati: pare di assistere ad una pièce quando si osserva da vicino l’indice verso il quale non si resta indifferenti perché i titoli dei capitoli e dei paragrafi incuriosiscono ed intrattengono oltre ad informare sull’argomento esposto. È, infatti, composto dal “Prologo” suddiviso in due articoli Io sono tu che mi fai (Salve Claudio Misculin) di Giuliano Scabia e Claudio Misculin e il Teatro della verità di Peppe Dell’Acqua; dall’“Introduzione” (Comproprietari di un’utopia) di Angela Pianca; dal Capitolo 1 “Da una vita malata alla malattia del teatro. Anni ‘70” (Ma era bello avere la democrazia a colazione di Franco Rotelli, Claudio Misculin: maestro di disalienazione del corpo di Angela Pianca); dal Capitolo 2 “Da vicino nessuno è normale. Anni ‘77/’80” (I soggetti? Narrarli di Franco Rotelli, Raccontarla per vivere. Prima sfida: esistere di Angela Pianca, Giovanni Spiga vagabondo delle stelle); dal Capitolo 3 “Matti di mestiere e attori per vocazione. Anni ‘85/87” (Riuscirete voi spettatori a distinguere sul palco il matto dall’attore? di Angela Pianca, Matti di mestiere e attori per vocazione, La Blaue Karawane in Germania e la Caravana Azul in Spagna, Tagliare ancora la testa al re di Franco Rotelli, La formazione e la Scuola: Velemir Dugina, Teatro e diversità: momenti di azione e riflessione teatrale. Il Convegno, La Collina, l'Impresa sociale e Il Progetto 89, Mattjakovskij, la consacrazione); dal Capitolo 4 “Tecnica + Follia = Arte. Il metodo” (Una storia speciale di Franco Rotelli, Dall'eccezione al metodo delle eccezioni di Angela Pianca); dal Capitolo 5 “Accademia della Follia. Noi siamo gli errori che permettono la vostra intelligenza. Anni ‘90” (L'Istituzione inventata di Franco Rotelli, L'Accademia della Follia. Noi siamo gli errori che permettono la vostra intelligenza di Angela Pianca, Claudio Misculin. L’artista, il genio, l’uomo. Un amico di Rita Giannini); dal Capitolo 6 “Io sono tu che mi fai. Dal 2000 ad oggi” (Per un'impresa sociale di Franco Rotelli, Accademia della Follia, istituzione inventata nell'impresa sociale di Angela Pianca, Pezzi di vita. Pezzi di amore di Fabrizio Lazzaretti, La Casa Rossa, detta la Comunarda, Il Brasile di Mister Blu di Cinzia Quintiliani e Carmen Palumbo, Le geografie corporee: dello spazio, delle emozioni e della danza di Ana Dalbello, Non vuoi non puoi di Giancarlo Majorino, Oggi per domani di Angela Pianca, Il cantico dei matti di Bianca D’Aponte e Claudio Misculin); dall’Epilogo “Io sono Dio e non voglio guarire” di Claudio Misculin, da “Le tesi dell’Accademia della Follia” a cura di Giancarlo Majorino, Giuliano Spazzali, Giuseppe D'Arrigo, Donata Roma, Alberto Visini, Claudio Misculin, Angela Pianca, Cinzia Quintiliani; da “Teatrografia” (elenco delle produzioni teatrali dal 1978 con “Prometeo: storia di potere e ribellione” diretto da Maurizio Soldà al 2022 con “Noi sappiamo i nomi, in viaggio con Pier Paolo Pasolini” diretto da Antonella Carlucci e Sarah Taylor); chiude “1.000 nomi”, elenco dei nomi di mille persone che hanno camminato assieme all’Accademia.

“Dentro al cerchio magico del nostro teatro accogliamo i folli, grattiamo le incrostazioni manicomiali dei corpi e sotto i ghigni fissi ritroviamo le facce, raccogliamo storie, lettere, testimonianze, poesie e tutto questo lo mettiamo in scena. […] Claudio Misculin con la sua Accademia della Follia è stato il più grande affabulatore della rivoluzione basagliana. Per quarant'anni in ogni intervento, in ogni intreccio e azione scenica, in tutti gli spettacoli ha narrato questa storia. Con parole sue o prestate da autori diversi. Non senza carnosi attriti, con lieve e forte disperazione.” – dall’Introduzione di Angela Pianca

Claudio Misculin (Trieste, 1954 – Trieste, 2019) da attore e regista teatrale fu partecipe della rivoluzione avviata da Franco Basaglia dal 1971 in poi, fondando il primo gruppo di “teatro dei matti” nel 1976 e partecipando attivamente alla costruzione di quell’audace idea che portò la realizzazione della “Legge 180”. L’incontro del 1977 con il drammaturgo Giuliano Scabia (Padova, 1935 – Firenze, 2021) è stato fecondo e ha portato all’uso dello “schema vuoto”, cioè un canovaccio di possibilità di azioni da compiere così da cogliere l’evento nel suo incedere.

“Spesso mi chiedo dove sia, quale sia il teatro. Dove siano gli scrittori, i poeti. Se in Roma, nei palazzi, in Milano, dagli editori, o ai margini a cavarsi gli occhi, chissà dove, finché un loro messaggio arriva o si perde. Se i poeti, a volte, non siano certi curatori di anime e menti che ho imparato a conoscere, che a questa cultura dedicano la loro capacità di reinventare il gusto di vivere.” – Giuliano Scabia

L’Accademia della Follia basa le sue fondamenta sulla convinzione secondo la quale la follia sia un valore aggiunto nel campo artistico e teatrale, gli esponenti di questo laboratorio che segue il metodo fondato da Misculin propongono un esercizio quotidiano in concomitanza con l’introspezione psicofisica per arrivare alla realizzazione di ogni individuo ed al benessere individuale. Personalizzare gli “allenamenti” all’arte teatrale è stato decisivo per comprendere come salvaguardare le peculiarità di ogni individuo caratterizzato da fragilità psichiche e fisiche diverse.

“Riaprire i terreni della narrazione, intercalare normalità e normali follie, divertirsi della vita e delle vite non è negare diritto alla cura ma rivendicare il diritto ad occuparsi degli altri e che qualcuno si occupi di te, chiunque tu sia, dovunque tu ti sia fermato, rinchiuso nel dolore o nell’idea fissa o immutabile, nella ripetitività afinalistica o nel delirio, nella defezione dal mondo o nella dissociazione dalla catena linguistica che costituisce un mondo di appartenenza.” – Franco Rotelli

Lo spettacolo diventa il terreno fertile nel quale l’attore può scavare alla ricerca di sé. Recitare diventa guardare se stessi interpretare una parte ed avere ferma coscienza della presenza del pubblico e degli altri attori presenti come parte attiva del medesimo copione. Il regista teatrale Eugenio Barba (Brindisi, 1936), allievo del Maestro polacco Jerzy Grotowski, è ben riuscito a rappresentare questo bisogno della pratica teatrale come ricerca interiore.

“Il teatro, infatti, è costituito di radici che germogliano e crescono in un luogo ben preciso, ma è anche fatto di semi portati dal vento, seguendo le rotte degli uccelli. I sogni, le idee e le tecniche viaggiano con gli individui, e ogni incontro deposita polline che feconda e i frutti maturano dalla fatica caparbia, dalla necessità cieca e dallo spirito di improvvisazione e contengono semi di nuove verità ribelli.” – Eugenio Barba

Un metodo che può essere considerato un vero a proprio training di sopravvivenza votato all’eccesso, nel quale attraverso l’improvvisazione si ha la possibilità di migliorare la qualità di vita sfogando, sviluppando ed elaborando lo stesso “eccesso”. Il teatro, palcoscenico dell’eccesso per convenzione, diventa un luogo nel quale il “delirio” permette di vedere le contraddizioni insite in ogni essere umano.

“Noi siamo quelli che chiamano matti/ Nella notte vaghiamo distratti/ Pecore nere di ogni famiglia/ Noi giochiamo soltanto con chi ci somiglia/ Non fa paura la notte più nera/ Inseguiamo la nostra chimera/ Siamo viandanti, sognatori/ Quelli che i benpensanti chiamano errori// Sembriamo un popolo di mendicanti/ Basta niente per essere contenti/ Mano tesa a voi passanti/ Non chiediamo monete, ma sogni in contanti/ Bimbi tirati da padri impauriti/ Perché guardano a noi incuriositi/ «Devi scordarli, disprezzarli/ Possono metterti in testa strani tarli»// […]” – da “Il Cantico dei matti” testo e musica di Bianca D’Aponte e Claudio Misculin

 

Written by Alessia Mocci

 

Fonte

https://oubliettemagazine.com/2022/11/23/accademia-della-follia-curato-da-angela-pianca-e-franco-rotelli-matti-di-mestiere-e-attori-per-vocazione/

 

La Via delle Buone Cose - Al Segno, per il nuovo percorso 2023 di Borghi d'Europa

 




I giornalisti e i comunicatori di Borghi d'Europa si incontrano Al Segno di Fontigo di Sernaglia della Battaglia, per raccontare il percorso d'informazione 2023, che riguarderà La Via delle Buone Cose, l'itinerario ispirato alla storica guida di Luigi Veronelli e ai suoi 'indirizzi di gola'.


L'iniziativa è inserita nel progetto L'Europa delle scienze e della cultura (Patrocinio IAI-Iniziativa Adriatico Ionica,Forum Intergovernativo per la cooperazione regionale nella regione adiatico ionica) ed è la prima di un lkungo viaggio del gusto che coprirà tutto il 2023.


Nicole, Nicolò e Federico sono stati scelti sia per l'eccellenza della proposta cucinaria che

per la bontà della pizza, senza se e senza ma.


Il primo incontro si apre con la degustazione della pizza in osteria, seguiranno alcuni piatti

rigorosamente scelti fra il menù del giorno, a conferma di un viaggio che predilige il talento

quotidiano, quello che si esprime a misura di consumatore.


A convivio la giornalista,scrittrice e degustatrice Ufficiale A IS,Antonella Pianca , con altri Colleghi 

della redazione di Borghi d'Europa Magazine.


I vini proposti spaziano dal Friuli Venezia Giulia (Vosca Vini di Brazzano -GO) al Veneto (azienda agricola Moro Sergio di Farra di Soligo), ambedue soci FIVI (Federazione dei Vignaioli Indipendenti).

lunedì 12 dicembre 2022

Vantaggi di cambiare la vasca da bagno con un piatto doccia

 


Vuoi cambiare la tua vasca da bagno con un piatto doccia? Pensi che cambiare la vasca da bagno sia un lavoro complicato e costoso ed è per questo che non hai il coraggio di mettere un piatto doccia? Non è così! Cambiare la tua vasca da bagno con un piatto doccia ha molti vantaggi e benefici per te.

La ristrutturazione del bagno è solitamente una delle più impegnative, ma tutti hanno lo stesso obiettivo: avere un bagno pratico, comodo e non effettuare grandi lavori che durino mesi.

Per questo una delle riforme che rende il bagno un luogo più funzionale e accogliente è la sostituzione vasca con doccia.

 

Quelli che seguono sono alcuni dei vantaggi del cambiare la vasca da bagno con un moderno box doccia. Non aspettare oltre e rinnova il tuo bagno!

 

Installazione veloce

Cambiare la vasca da bagno con un piatto doccia non significa dover buttare giù l'intero bagno per settimane.

Cambiare la vasca da bagno con un piatto doccia è un lavoro rapido che viene eseguito anche in giornata. Inoltre, il lavoro prevede solo la rimozione della vasca, il lavandino e il wc non viene toccato, quindi puoi continuare a utilizzare il resto del bagno perché in meno di 24 ore avrai installato il tuo nuovo piatto doccia.

 

Maggiore accessibilità

Il passaggio da vasca a piatto doccia non ha solo il vantaggio di essere veloce da effettuare.

Cambiare la vasca da bagno aumenta l'accessibilità, il che è molto vantaggioso se ci sono persone anziane o bambini. Sostituire la vasca da bagno con un piatto doccia significa rendere le routine del bagno molto più accessibile e facili per tutta la famiglia.

 

Meno rischi

Quando si decide di cambiare la vasca da bagno con un piatto doccia, l’ottenere una maggiore sicurezza in bagno è solitamente uno dei principali vantaggi.

Le vasche da bagno sono infatti piuttosto pericolose a causa della loro difficoltà di accesso e facilità di scivolamento. I piatti doccia, invece, anche se realizzati in materiali diversi, hanno un trattamento antiscivolo che li rende più sicuri.

Cambiare la vasca da bagno con un piatto doccia previene inoltre incidenti e colpi, ma riduce anche il rischio di cadute al momento dell'accesso.

 

Guadagnare spazio

Fino a quando non cambierai la vasca da bagno con un piatto doccia, non ti renderai mai conto del grande spazio che occupa una vasca da bagno. Spazio che potresti utilizzare per altro, posizionando un'unità ausiliaria per riporre le cose che sono sempre nel mezzo o semplicemente per rendere il bagno più spazioso.

 

Facile pulizia

Le vasche da bagno occupano molto più spazio dei piatti doccia. Ciò significa molta più superficie da pulire. I piatti doccia sono piatti e facili da pulire.

Inoltre, alcuni materiali per piatti doccia sono facili da pulire, il che ti farà anche risparmiare molto tempo. Con un piatto doccia la pulizia del bagno sarà dunque più facile e veloce.

Cos'è e a cosa serve il formato vettoriale delle immagini

 


Se vi è mai capitato di lavorare con le immagini vi sarete imbattuti nella richiesta di una immagine di tipo vettoriale. Ma sai davvero di cosa si tratta e di che utilizzo ha?

I differenti tipi di file immagine

Iniziamo con il fare un distinguo sulle tipologie di immagini digitali. Fondamentalmente queste possono essere di due tipi: raster o vettoriali.

Le immagini raster

Le immagini raster (chiamate anche bitmap) sono immagini composte da pixel colorati, singoli puntini che vanno a comporre l'intera figura. Questi file sono caratterizzati anche dal fatto di avere una dimensione e una risoluzione propria. Questo significa che sono composte da un numero finito di quei pixel disposti su una dimensione precisa. Se queste immagini vengono ingrandite oltre la loro dimensioni originali notiamo subito come subiscano una perdita di definizione e appaiano sgranate e dentellate. Quest'effetto è chiamato, appunto, pixellatura.

Può sembrare uno svantaggio ma in realtà questo tipo di immagini può riprodurre un enorme numero di dettagli e sfumature, basti pensare alle fotografie digitali e a tutti i dettagli che offrono.

Le immagini vettoriali

Le immagini vettoriali differiscono dalle raster. Non sono composte da pixel ma sono generate da un insieme di equazioni matematiche che producono punti, linee e forme. Queste equazioni matematiche che definiscono le figure sono i cosiddetti vettori (da qui il nome) e hanno la caratteristica di essere indipendenti dalla risoluzione.

I vantaggi di una immagine vettoriale

Il formato vettoriale, rispetto a quello raster, ha i seguenti vantaggi:

  • Si tratta di una grafica scalabile all'infinito: come accennato è indipendente dalla risoluzione; questo significa che le forme generate matematicamente vengono ricalcolate ogni volta che si effettua un ingrandimento o una riduzione.
  • I colori dei file in vettoriale sono modificabili in modo semplice e veloce; basta selezionare una forma o una linea per andare a cambiare il colore che le è stato assegnato, è anche possibile passare da un profilo di colore ad un altro, ad esempio dall'RGB ad un Pantone.
  • Si può lavorare su questo tipo di immagini visualizzando solo i contorni; è possibile attivare e disattivare con facilità i riempimenti per tutti gli elementi che compongono l'immagine per visualizzare solo i bordi. Si tratta di un tipo di visualizzazione molto importante perchè permette di individuare gli elementi nascosti e rende possibile progettare guide per le attrezzature che effettuano tagli e incisioni.

I tipi di file vettoriali

Le immagini digitali in formato vettoriale sono caratterizzate da delle estensioni particolari e se dobbiamo lavorare con questo tipo di immagini assicuriamoci di aver salvato questo tipo di file.

I formati più importanti delle immagini vettoriali sono:

  • AI - Adobe Illustrator, il formato standard compatibile con i programmi della suite Adobe.
  • EPS - Encapsulated PostScript, altro formato standard per le immagini vettoriali compatibile con i maggiori programmi come Illustrator o Corel Draw.
  • SVG - Scalable Vector Graphics, un nuovo formato adatto alle immagini vettoriali per la creazione di siti web.
  • PDF - altro formato Adobe per la condivisione dei documenti, permette anche il salvataggio delle immagini vettoriali.

A cosa serve un file vettoriale?

La differenza tra i due tipi di immagine fa si che ogni formato sia più adatto per uno scopo preciso. In questo caso, i file vettoriali per le loro caratteristiche, sono molto adatti alla stampa.

Come prima cosa sono molto utili nel disegno tecnico, ad esempio in CAD e in ingegneria.

Ma si tratta anche di un formato prezioso utilizzato dai progettisti grafici per la creazione di loghi e della grafica coordinata perchè si tratta di elementi che possono servire sia su un biglietto da visita che su un cartellone colossale. Ma questo tipo di formato si adatta bene per qualsiasi progetto vada stampato su brochure, volantini, cartelloni o icone per software.

Mancanza di pressione dell'acqua nel condominio, che fare?

 


Chi abita ai piani alti di un condominio o lavora in un palazzo alto può rendersi conto di come la pressione dell'acqua possa venire a mancare. Perchè succede questo? E soprattutto... come rimediare?

Poca pressione? Non un problema minore

La pressione dell'acqua che esce dai rubinetti di casa è il metro dello stato di salute del nostro impianto. Pressione e portata sono le tue misurazioni su cui si basa la costruzione degli acquedotti, dall'antichità fino ai giorni nostri e fino agli impianti delle nostre abitazioni.

La portata è la misura della quantità di acqua che scorre nella tubatura in un secondo, la pressione, invece, misura la forza con cui questa fluisce. La pressione, quindi, influenza anche la portata; se la pressione è troppo bassa il nostro getto d'acqua si trasformerà in rivolo scadente anche se il miscelatore è aperto al massimo.

Il problema di pressione dell'acqua può influenzare sia l'acqua fredda che quella calda, può ridurre il getto della nostra doccia e prosciugare i rubinetti del nostro bagno o della nostra cucina. Un problema non indifferente che può minare seriamente il confort della nostra casa.

Quanto deve essere la pressione dell'acqua nel condominio?

Solitamente il valore medio della pressione per l'acqua negli appartamenti e nelle case deve essere compreso tra 1,5 e 3 Bar. Si tratta del range corretto per garantire il giusto funzionamento di ogni rubinetto, e, di conseguenza, di tutti gli elettrodomestici collegati all'acqua corrente, come lavatrici, lavastoviglie e caldaie.

Un metodo per capirne l'effettivo valore è utilizzare un misuratore di pressione dei fluidi, come un manometro, per effettuare la registrazione dei vari rubinetti di casa.

Poca pressione dell'acqua: effettuiamo una analisi preliminare

Quando verifichiamo un calo nella pressione del flusso dell'acqua nella nostra abitazione le cause possono essere differenti. Prima di tutto ci potrebbe essere un problema con il servizio erogato dall'acquedotto, ad esempio una riduzione dovuta a un problema temporaneo. Se questo è il caso possiamo solo aspettare e rivolgerci al nostro fornitore.

Differente è la questione se il problema è legato al nostro impianto condominiale. In questo caso il motivo potrebbe essere una perdita nell'impianto o l'ostruzione dei tubi causata da calcare. Anche la parziale chiusura della valvola principale o un rubinetto bloccato possono provocare perdita di pressione.

Un problema di spinta

Ma, molto spesso, si tratta di un problema legato all'utilizzo dell'acqua da parte di più utenze contemporaneamente; in questo caso noteremo un calo durante la giornata ad orari specifici. Molto spesso il sistema non è adeguato a soddisfare il bisogno di nuclei abitativi sempre più esigenti.

Questo problema è riscontrabile più facilmente ai piani alti: fisiologicamente l'acqua deve essere spinta per servire gli impianti di un appartamento al settimo piano o una casa in collina, ma la spinta è insufficiente per erogarla nel migliore dei modi.

Possibili soluzioni al problema della pressione dell'acqua

Innanzitutto è bene analizzare le varie situazioni per trovare la soluzione migliore. Per questo, in presenza di problemi con il nostro impianto, è sempre bene consultare una azienda esperta nell'installazione e manutenzione di impianti idraulici.

Come prima cosa, controlliamo i nostri rubinetti: è importante che gli erogatori non siano ostruiti, si può andare a smontarli e effettuare la pulizia con acqua e aceto per vedere se il problema si risolve.

Controlliamo che la valvola principale dell'acqua sia correttamente aperta. Se riscontriamo continui consumi d'acqua anche chiudendo tutti i rubinetti è possibile che ci troviamo di fronte a una perdita, in questo caso possiamo rivolgerci al nostro idraulico di fiducia.

In casi più gravi può essere necessario effettuare una pulizia delle tubature e della caldaia per eliminare eventuali incrostazioni di calcare. Per risolvere è possibile installare un addolcitore d'acqua condominiale o per il proprio appartamento in grado di ridurre i sedimenti presenti nell'acqua che circola nelle nostre tubature.

Cosa è una pompa elettronica di sollevamento?

Se nessuna di queste soluzioni ha effetto e la pressione dell'acqua nel nostro appartamento all'ultimo piano è ancora vergognosa, allora potrebbe essere necessario potenziare la pompa di sollevamento.

Questa permette di spingere l'acqua verso l'alto in modo che raggiunga tutti gli appartamenti dell'edificio e che scorra dai rubinetti tutta con una pressione adeguata. Installare e manutenere una pompa elettronica per il sollevamento acqua garantisce un sistema sempre in perfetta efficienza.

Una pompa elettronica (o elettropompa) dotata di un inverter, è uno strumento di nuova generazione che si attiva automaticamente per fornire la giunta spinta all'acqua nel vostro condominio.

Le mansioni del dirigente in ambito salute e sicurezza sul lavoro

 


Quello di Dirigente è un ruolo di grande responsabilità, ma non tutti sanno che la normativa prevede che tra i suoi compiti ci sia anche quello di garantire la sicurezza sul luogo di lavoro e la prevenzione dei rischi. Ma di quali funzioni si deve occupare esattamente?

Chi è il Dirigente d'azienda?

Il Dirigente è la figura aziendale incaricata dal datore di lavoro di organizzare l’attività lavorativa dei dipendenti controllandone lo svolgimento.

Perché possa svolgere questa sua attività al meglio deve essere adeguatamente formato in materia di sicurezza e salute sui luoghi di lavoro.

In ambito sicurezza, è l'art.2 del D.Lgs. 81/08 (comma 1, lettera d) a fornire la definizione di dirigente, ovvero quella “persona che, in ragione delle competenze professionali e di poteri gerarchici e funzionali adeguati alla natura dell'incarico conferitogli, attua le direttive del datore di lavoro organizzando l'attività lavorativa e vigilando su di essa”.

Gli obblighi in ambito Sicurezza sul Lavoro

Gli obblighi del Dirigente, in materia di sicurezza sul lavoro, vengono definiti dall’art.18 del D.Lgs. 81/08. Sono, in realtà, gli stessi di quelli del datore di lavoro, che però possono essere estesi anche ai dirigenti, in base alle mansioni conferite loro.

Tenuto conto di ciò, il Dirigente può avere l’obbligo di:

  • nominare il medico competente per la sorveglianza sanitaria;
  • designare gli addetti antincendio e primo soccorso;
  • nell’affidare i compiti ai lavoratori, tenere conto delle capacità e delle condizioni degli stessi in rapporto alla loro salute e sicurezza;
  • fornire gli adeguati dispositivi di protezione individuale (DPI) ai lavoratori;
  • prendere le misure appropriate affinché solo i lavoratori che hanno ricevuto adeguate istruzioni e addestramento possano accedere alle zone che li espongono a un rischio grave e specifico;
  • richiedere che i singoli lavoratori osservino le norme vigenti e le disposizioni aziendali che riguardano sicurezza e igiene del lavoro, uso dei mezzi di protezione collettivi e DPI;
  • richiedere al medico competente l'osservanza degli obblighi previsti a suo carico;
  • adottare le misure per il controllo delle situazioni di rischio in caso di emergenza e dare istruzioni affinché, in caso di pericolo grave, immediato e inevitabile, i lavoratori abbandonino il posto di lavoro o la
  • zona pericolosa;
  • informare il più presto possibile i lavoratori esposti al rischio di un pericolo grave e immediato circa il rischio stesso e le disposizioni prese o da prendere in materia di protezione;
  • fornire adeguata informazione, formazione e addestramento, in base agli articoli 36 e 37;
  • salvo eccezione motivata da esigenze di tutela della salute e sicurezza, astenersi dal richiedere ai lavoratori di riprendere l’attività in una situazione di lavoro ove persista un pericolo grave e immediato;
  • verificare periodicamente la perdurante assenza di rischio, prendendo provvedimenti per evitare che le misure tecniche adottate possano causare rischi per la salute della popolazione o deteriorare l'ambiente esterno;
  • adottare le misure necessarie per la prevenzione incendi, l'evacuazione dei luoghi di lavoro, e per casi di pericolo grave e immediato, in base all'articolo 43. Queste misure devono essere adeguate alla natura dell'attività, alle dimensioni dell'azienda o dell'unità produttiva e al numero delle persone presenti;
  • convocare la riunione periodica nelle unità produttive con più di 15 lavoratori;
  • provvedere all'aggiornamento delle misure di prevenzione in relazione ai cambiamenti organizzativi e produttivi o all'eventuale evoluzione della tecnica di prevenzione e protezione;
  • vigilare affinché i lavoratori con obbligo di sorveglianza sanitaria non siano adibiti alla mansione lavorativa specifica senza l’idoneità.

Che formazione deve ricevere un Dirigente?

Il percorso formativo è dettagliato nell’accordo Stato del 21 dicembre 2011, in attuazione dell’articolo 37 del Decreto Legislativo 81/2008 in relazione ai compiti ed alle responsabilità in materia di sicurezza sul lavoro. In esso sono definiti la durata ed i contenuti del corso.

Il corso fornirà le conoscenze base su sicurezza e salute nei luoghi di lavoro contenute nel D.Lgs. 81/2008, ed evidenzierà i compiti e le responsabilità del Dirigente nella gestione della sicurezza sul lavoro.

Naturalmente la formazione dovrà essere erogata da un ente accreditato in grado di fornire corsi per la formazione dei Dirigenti certificati. Vedremo più nello specifico il programma del corso in un prossimo articolo.

Come far diventare gli infissi un elemento di arredo

 


Gli infissi possono diventare elementi di arredo? Le porte e le finestre sono tra gli elementi più importanti della nostra abitazione, sono anche i primi visibili dall'esterno, i più evidenti... Vediamo allora come sceglierli per migliorare lo stile di casa.

Per l'arredo i dettagli sono importanti

Gli infissi di casa hanno il compito di offrire protezione termica agli ambienti interni. Ma con il tempo, questi elementi, hanno iniziato a rivestire una funzione sempre maggiore importante tra gli elementi d'arredo e gli interior design hanno sempre iniziato di più a lavorarci come fosse un vero e proprio elemento decorativo.

Per ottenere al meglio questi risultati è opportuno fare attenzione ai dettagli: scegliendo il prodotto giusto, sia come struttura che per materiale, è possibile aumentare il fascino del nostro arredamento.

Ad esempio, la scelta di porte a scomparsa può rivelarsi sia una scelta pratica che estetica, creando continuità con le pareti dei nostri ambienti. Scegliere il giusto serramento significa trovare quello che si sposa nel modo migliore con la facciata, le pareti, i pavimenti e il resto dell'arredamento.

Quale materiale scegliere

Il primo punto da tenere in considerazione è il materiale in cui sono realizzate porte e finestre. Si tratta anche del primo punto di equilibrio tra qualità ed estetica: il materiale non solo determina le caratteristiche tecniche del serramento, ma anche le sensazioni che ci fornisce in relazione agli ambienti in cui è installato.

L'elenco dei materiali con cui può essere realizzato un infisso è cresciuto con l'affermarsi di nuove tecnologie e metodi produttivi, oggi si può scegliere tra:

  • il PVC, un materiale plastico che coniuga la duttilità dei materiali sintetici di nuova generazione alla durevolezza e al risparmio;
  • il legno, che offre il calore e quel senso di classicità che sono tipici di questo materiale;
  • l'alluminio che permette di creare infissi di grandi dimensioni che offrono l'eleganza del metallo;
  • l'utilizzo di materiali misti come legno/alluminio o alluminio/PVC permette di ottenere una soluzione doppia per coniugare al meglio design e resistenza del metallo nel profilo dei serramenti.

Il colore dei nostri infissi

Il materiale determina, molto spesso, anche il colore dei nostri infissi e questo incide notevolmente sulle sensazioni che riceviamo e su come possono arredare la nostra casa. A seconda del materiale e del modello prescelti possiamo avere a disposizione una grande varietà di colorazioni.

Ad esempio, se andiamo ad installare serramenti in PVC avremo a disposizione un materiale che si presta ad essere altamente personalizzato. Anche con gli infissi in alluminio possiamo ottenere una grande varietà di tonalità, mentre il legno ci permette di spaziare tra tutte le calde tonalità di questo materiale o si presta ad essere dipinto.

Il bianco dona eleganza e uno stile moderno ai nostri ambienti, le tonalità del legno offrono calore e uno stile classico, i colori intensi hanno carattere e interrompono la continuità cromatica delle pareti e dell'arredo; i toni scuri, per finire, creano contrasto con tonalità più morbide.

La tipologia di apertura

Come abbiamo anticipato prima, anche la tipologia di apertura scelta per i nostri infissi, incide sul risultato del nostro arredo. Anche qui la tecnologia gioca un grosso ruolo perchè ci permette di scegliere tra differenti soluzioni.

L'installazione di una porta scorrevole può fornire un senso di continuità tra gli ambienti e offrire luminosità alla nostra abitazione; ancora di più se scegliamo una porta scorrevole con profili a scomparsa: la luce che otterremo sarà ancora maggiore.

Con una finestra fissa possiamo ottenere pareti in vetro di grandi dimensioni ideali per dare all'ambiente un'aria illuminata, elegante e spaziosa. Porte e finestre ad anta e a anta ribalta sono la soluzione classica, ma anche questa può servire a dare un tono al nostro stile d'arredo.

Il design dei nostri infissi d'arredo

Il gusto estetico è una questione molto personale, comunque, dobbiamo ricordare che una volta scelti i nostri infissi, la tipologia e il materiale, le finiture sono una questione di gusto.

Per questo motivo non esiste una unica soluzione univoca per determinare lo stile migliore per le nostre porte e finestre, ma è possibile trovare differenti soluzioni con l'aiuto di un serramentista professionista. Esistono comunque tendenze d'arredo che ci possono ispirare nella scelta dei nostri infissi.

Lo stile industriale, ad esempio, dinamico, smart e dall'aria vintage. Uno stile "vissuto" composto da elementi in metallo nero, apparentemente “consumato”, ceramica e legno massello grezzo. Le finestre saranno grandi e di forma quadrata, ideali per lasciare passare una gran quantità di luce, con infissi in metallo o PVC. Oppure lo stile scandinavo: composto da forme essenziali e materiali naturali, presta attenzione alla funzionalità della mobilia; è dominato da tonalità chiare, come il bianco o il panna e gli infissi di porte e finestre sono in legno o PVC, in linea con l'ambiente e eco-sostenibili, garantendo l'isolamento termico.

Sicurezza e tecnologia dei nostri infissi d'arredo

L'importanza dei nostri serramenti viene, prima di tutto, dalla sicurezza che offrono alla nostra casa. Soprattutto negli ultimi tempi l'esigenza di serramenti sicuri è diventata un punto fondamentale. Non parliamo soltanto della inviolabilità della nostra abitazione ma anche di isolamento termico e acustico, caratteristiche essenziali per migliorare il comfort, la salubrità e il risparmio.

Vi è una fortissima richiesta di infissi di questo tipo e la tecnologia ci viene in soccorso con un'ampia gamma di prodotti per tutte le esigenze, ma, come abbiamo detto, a queste caratteristiche occorre unire il design, l'aspetto che rende l'infisso un elemento d'arredo in linea con il nostro gusto estetico.

venerdì 9 dicembre 2022

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