venerdì 26 maggio 2023

Come interviene il RLS in caso di infortunio sul lavoro

 


La figura del RLS (il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza) è fondamentale per assicurare di affrontare i rischi in maniera appropriata sul posto di lavoro, quindi, come occorre comportarsi quando si trova di fronte a un caso di infortunio?

Le attività del RLS durante un infortunio

Prima dell’infortunio

La prima difficoltà consiste nel fatto che il RLS spesso non viene a conoscenza dell’infortunio. Per questo, al più presto, è opportuno che il RLS arrivi ad un accordo con l’azienda, in base al quale si stabiliscano procedure da eseguire in caso di infortunio.

Nella procedura deve essere prevista l’immediata segnalazione al RLS in caso di infortunio ed il diritto di quest’ultimo ad intervenire sul luogo. Ciò anche nel caso che l’infortunio riguardi lavoratori di imprese in appalto.

Durante un infortunio è essenziale che il RLS mantenga una comunicazione diretta con i lavoratori, chiedendo loro di informarlo tempestivamente nel caso vengano a conoscenza di un infortunio; tra le forme di comunicazione tra RLS e lavoratori citiamo, ad esempio:

  • un’apposita bacheca in cui mettere gli avvisi,
  • lettere circolari da far distribuire dal datore di lavoro (ad esempio nella busta paga),
  • assemblee sindacali.

In questa fase è anche opportuno che il RLS coinvolga i lavoratori addetti al servizio di Pronto Soccorso, in modo che lo avvertano subito.

Dopo l’infortunio

In caso di infortunio grave, è compito del RLS informare la ASL o la Polizia.

Quindi occorre parlare con i lavoratori che hanno subito l’infortunio, se possibile, e con i testimoni e compagni di lavoro e raccogliere ed annotare più informazioni possibili; se l’infortunato non è presente in azienda cercare di sentirlo al più presto, anche solo per telefono. Se l’infortunato è in condizioni di debolezza fisica, psicologica e forse anche economica garantirgli appoggio.

Un'altra fase essenziale richiede di raccogliere ed annotare le informazioni più importanti, sentendo l’infortunato, i colleghi, i testimoni. Il responsabile, seguendo i consigli ottenuti durante il corso di formazione per RLS, può seguire, ad esempio, questa check list:

  • nome dell’infortunato, qualifica, mansione
  • gruppo omogeneo o reparto
  • anni di anzianità lavorativa in azienda, anzianità lavorativa in quella mansione
  • nomi dei testimoni
  • in che posto è avvenuto l’infortunio, su che macchina o impianto
  • breve descrizione di come è avvenuto l’infortunio (chiedere all’infortunato o ai testimoni):
  • cosa fa quel lavoratore normalmente?
  • quale lavoro svolgeva il giorno dell’infortunio?
  • cosa faceva al momento dell’infortunio?
  • chi era il suo capo diretto?
  • chi era il capo del capo?

L'RLS procede alla ricerca delle cause dell'infortunio

Rispondere a una serie di domande potrà permettere di delineare al meglio le cause dell'infortunio e a raccogliere preziosi dati per rendere più sicuro il luogo di lavoro.

  • Vi sono macchine pericolose o non protette? Con le mani si riesce a raggiungere parti pericolose della macchina? Perché non ci sono protezioni?
  • C’è stata una rottura di parti meccaniche?
  • Le attrezzature usate sono adeguate? Si potevano usare attrezzi o metodi di lavoro più sicuri? Perché non sono stati usati?
  • Il lavoratore conosceva bene il lavoro? Aveva seguito specifici corsi di sicurezza?
  • Ci sono per quel lavoro “procedure” o ordini scritti o a voce? Che margini di autonomia aveva il lavoratore?
  • Era un lavoro usuale, cioè fatto come al solito o “fuori dal normale” cioè fatto per la prima volta o raramente? Il modo di lavorare seguito dal lavoratore era noto ai superiori?
  • C’erano problemi di fretta?
  • C’erano lavoratori di società in appalto? Hanno ricevuto le informazioni sui rischi? Problemi di coordinamento?
  • Il lavoratore indossava DPI? Erano previsti? Il danno sarebbe stato diverso?
  • Erano movimentati carichi pesanti? Era possibile utilizzare attrezzature diverse?
  • C’è stata una influenza dei fattori ambientali? Troppo caldo, troppo freddo, luce insufficiente? Troppo rumore? È sempre così o per un motivo eccezionale?
  • Com’erano gli spazi? Ristretti? E le vie di transito? Ingombre? I pavimenti? Scivolosi?
  • Nel passato sono avvenuti infortuni o incidenti analoghi? Verificate su Registro degli Infortuni. Erano stati presi provvedimenti?
  • La lavorazione era stata presa in considerazione nel documento di valutazione dei rischi (o piani di sicurezza)? Che sistemi di prevenzione erano previsti? Sono stati rispettati?

Come stabilire la data di ripresa del lavoro

  • Studiare le misure di bonifica che si possono adottare per evitare il ripetersi dell’infortunio; discuterne con i lavoratori; non preoccuparsi per i costi: il datore di lavoro, per legge, deve adottare la soluzione più sicura indipendentemente dai costi; proporre la bonifica al datore di lavoro e valutare se sono accettabili altre sue eventuali proposte; stabilire entro che data l’intervento deve essere effettuato ed il nome della persona incaricata della realizzazione.
  • Sistema di controllo per verificare che gli interventi vengano realizzati e se sono soddisfacenti.
  • Ricordare ai lavoratori che possono eventualmente rivolgersi ai Patronati Sindacali per qualsiasi assistenza di tipo assicurativo e medico legale.
  • Indagini analoghe sono raccomandabili in tutti i casi in cui avviene un incidente, anche se non causa vittime.

Per affrontare al meglio le situazioni di emergenza, il RLS dovrà ricevere una adeguata formazione obbligatoria presso appositi enti accreditati per la formazione sicurezza sul lavoro.

Come evitare la Muffa dopo l'installazione dei nuovi serramenti

 


Dopo la sostituzione dei serramenti con porte e finestre di ultimo modello avete notato la comparsa di muffa in casa... Che fare? Vediamo, con l'aiuto di un serramentista professionista, come risolvere la situazione.

Sostituzione dei serramenti e comparsa della muffa

Abbiamo spesso decantato le qualità dei moderni infissi e serramenti. Le porte e finestre di ultima generazione sono talmente avanzate da essere in grado di rendere la nostra abitazione un ambiente totalmente isolato dall'esterno sia dal punto di vista acustico che termico.

Certamente una situazione ideale sulla carta per quanto riguarda comfort e qualità della vita, ma può portare con sè altri problemi. Avete cambiato i serramenti di casa con modelli certificati, nuovi e performanti e vi siete accorti che, per la prima volta, la muffa ha fatto la sua comparsa. Questa può essere stata provocata da una posa frettolosa e poso studiata.

In altri articoli abbiamo parlato di come, una posa dell'infisso non eseguita a regola d'arte possa rendere inefficace anche il migliore serramento in commercio. Probabilmente la casa era particolarmente vecchia, i telai non sono stati adeguatamente preparati, i ponti termici eliminati, probabilmente ci sono diversi problemi che non sono stati individuati nell'abitazione.

Risultato? Avete ottimi serramenti ma la vostra casa non traspira in modo corretto e non è isolata in modo uniforme. L'umidità non viene liberata come accadeva con i vecchi serramenti e si forma condensa sulle superfici più fredde. Come risolvere la situazione?

Prevenire è meglio che curare: la posa a regola d'arte

Molto spesso, per tagliare su tempi e spese, non si dà il giusto peso alla posa in opera degli infissi. Per assicurarsi un lavoro corretto occorrerebbe sempre rivolgersi ad un installatore di serramenti professionista che provveda a effettuare tutti gli studi del caso prima di procedere alla posa.

Proprio come per l'acquisto di porte e finestre anche la fase della messa in opera non è un aspetto su cui si possa risparmiare o agire alla leggera. Occorre procedere sempre allo studio delle condizioni esistenti degli infissi, quando necessario alla sostituzione dei telai e alla riduzione dei ponti termici.

Un operatore esperto andrà ad informarsi sullo stato degli infissi attualmente installati, sullo stato delle pareti di casa, sul tipo di riscaldamento e anche sul numero degli inquilini il loro stile di vita. Se stendano il bucato in casa, quante lavatrici si fanno oppure quante volte si cucini. Saranno tutti dati importanti per pianificare al meglio il lavoro e scegliere i materiali.

Installatori meno avveduti possono, ad esempio, andare a ricoprire i vecchi telai in legno con lamiere in metallo, annullando l'effetto isolante dell'infisso.

Nuove abitudini per evitare la muffa

Per risolvere il problema della muffa, dopo aver proceduto alla sostituzione dei vecchi serramenti, occorrerà prendere alcune precauzioni e modificare un pò le proprie abitudini. Innanzitutto, come detto, occorre assicurarsi che la posa del serramento sia avvenuta a regola d'arte. Per questo occorre rivolgersi a installatori esperti.

Per liberare l'umidità che viene trattenuta in casa, prima che questa si condensi, sarà bene iniziare a prendere l'abitudine di pianificare dei momenti in cui arieggiare la casa quotidianamente. Anche evitare di stendere i panni in casa, soprattutto vicino ai caloriferi, è un comportamento utile per assicurarsi di non generare eccessiva umidità. Magari trovare un metodo alternativo per asciugarli.

Magari tenete aperta una finestra o un vasistas mentre cucinato o, ancora meglio, installate una cappa aspirante. Dopo un bagno o una doccia caldi fate uscire completamente l'umidità, sempre utilizzando una finestra a ribalta. In bagno potete utilizzare anche un sistema di aspirazione forzata dell'aria.

Quella di aprire le finestre dopo aver speso tanto per garantirvi un buon isolamento termico può sembrare un controsenso, ma non preoccupatevi: le performances dei vostri nuovo serramenti compenseranno egregiamente quei momenti in cui arieggerete casa.

Altre soluzioni per evitare la muffa sono quella di acquistare un deumidificatore, da collocare negli ambienti più critici, per smaltire l'umidità in eccesso. Si possono installare aeratori con recupero di calore per cambiare l'aria viziata interna con quella pulita esterna dopo averla riscaldata.

Ovviamente il riscaldamento dovrà essere equilibrato tra le varie stanze e non andrà acceso e spento in continuazione per evitare shock termici.

Che cosa è un inverter e che vantaggi offre?

 


Quella dell'inverter è una tecnologia versatile, importante, ma poco conosciuta al grande pubblico, insieme vedremo il suo funzionamento e le sue differenti applicazioni nella vita di tutti i giorni.

Inverter, che cos'è?

Lo scopo del nostro articolo sarà quello di fornirvi le corrette informazioni su cosa sia un inverter, in che modo lavora e quali sono le sue principali applicazioni, specie nella vita quotidiana. Scoprirete che questo strumento è assai più presente di quanto non possiate immaginare.

Il termine inverter (detto anche invertitore) è stato coniato nel 1925, su una rivista di ingegneria elettrica "The General Electric Review", in un articolo dove se ne descriveva anche il funzionamento. Come probabilmente sapete, esistono due tipi di corrente che possono alimentare macchinari e strumenti sia domestici che industriali. La corrente continua (DC), il primo tipo ad essere stato sviluppato, e la corrente alternata (AC) che si è affermato come nuovo standard.

Fondamentalmente l'inverter è un apparato elettronico, la cui funzione è quella di trasformare la corrente continua in corrente alternata ad una determinata tensione e frequenza. Questa tecnologia è impiegata per permettere ad apparecchi che funzionano a corrente alternata di essere alimentati con corrente continua.

Come funziona un inverter

Per comprendere a pieno il funzionamento di un inverter occorre spiegare il funzionamento di alternatore e trasformatore. A scopo esemplificativo diciamo che l'alternatore è uno strumento in grado di produrre corrente alternata a partire dall'energia meccanica grazie al fenomeno dell'induzione elettromagnetica (come accade nella bicicletta quando accendiamo il fanale). É composto da una bobina di filo e un magnete, il magnete, ruotando, crea una corrente che fluisce nella direzione opposta nel filo della bobina.

Il funzionamento del trasformatore è più complesso; questo lavora con due bobine di filo (primaria e secondaria), a seconda delle loro dimensioni, il trasformatore, potrà generare la tensione desiderata. Grazie al lavoro dei tiristori (una versione più recente dei circuiti a transistor) si ottiene un cambio della direzione alla corrente rapido e continuato, in grado di far funzionare il nostro inverter.

Quante tipologie di inverter esistono?

Anche se esistono differenti tipi di inverter, quelli principali e maggiormente diffusi, sono tre, tutti in grado di generare un'onda sinusoidali o pseudosinusoidale.

  • modello a onda quadrata: il più adatto per i carichi resistivi;
  • a onda sinusoidale modificata: adatto per carichi resistivi o capacitativi, meno per quelli induttivi perchè troppo rumorosi;
  • inverter a onda sinusoidale pura: questo modello è adatto per tutti i tipi di carichi grazie alla possibilità di riprodurre un'onda sinusoidale uguale a quella che caratterizza la comune rete elettrica domestica.

I vantaggi dell'utilizzo di un inverter

Sono diffusissimi in moltissimi dispositivi che utilizziamo ogni giorno, sia in ambito aziendale che domestico: dai gruppi di continuità, ai condizionatori d'aria, ai motori elettrici per i veicoli, ecc...

Ovviamente, oltre a permettere ai macchinari a corrente alternata di poter funzionare agganciandosi alla corrente continua, gli inverter consentono ai dispositivi elettrici di alimentarsi dalle batterie. Gli inverter sono dispositivi particolarmente utilizzati nelle attività che operano nel settore delle energie rinnovabili perchè una delle loro principali funzioni è quella di consentire l'alimentazione da pannelli fotovoltaici. Permettono che la corrente prodotta dal fotovoltaico possa alimentare la rete pubblica o le utenze tradizionali.

Gli inverter hanno altre qualità strategiche per il funzionamento dei comuni elettrodomestici di casa. Consentono di regolare la velocità dei motori elettrici.

La funzione di regolazione della velocità è collegata alla frequenza della tensione con cui viene alimentato il motore. Ad esempio, nei compressori, come quelli installati nei climatizzatori d'aria con inverter, la variazione della velocità, permette di risparmiare energia e concentrare il lavoro del motore solo quando le oscillazioni di temperatura lo richiedono.

Esempi di applicazioni nella vita quotidiana

Come già accennato, gli inverter sono utilizzati nei compressori usati in climatizzatori e frigoriferi. Il loro lavoro ci permette di tagliare sulle spese in bolletta e migliora il nostro comfort.

Le lavatrici ad inverter, in cui la rotazione del motore è regolata, sono più silenziose, più durature e efficienti a livello energetico. I forni a microonde utilizzano quella tecnologia per regolare la potenza emessa dall'apparecchio che riscalda il nostro cibo. 

Nella movimentazione dei liquidi, installare una elettropompa con inverter, permette una migliore movimentazione dell'acqua anche ai piai più alti degli edifici e garantisce una pressione costante.

Yellow Kid: fu davvero il primo protagonista dei fumetti?

 


Ancora oggi la nascita del fumetto è materia dibattuta ma, storicamente, si fa risalire la sua creazione a Yellow Kid, il primo personaggio di una storia a fumetti! Ma è davvero così?

Chi è Yellow Kid?

Yellow Kid era un personaggio della striscia intitolata "At the Circus in Hogan's Alley" pubblicata per la prima volta il 5 Maggio 1895 come supplemento domenicale del New York World.

Il suo autore è l'artista Richard Felton Outcault che, nelle sue strisce, raccontava le avventure di una variopinta umanità in un ghetto newyorkese. Tra queste figure spicca la presenza di Mickey Dugan, un ragazzino goffo, calvo, abbigliato con una camiciona da letto (inizialmente blu e poi gialla).

Mentre i dialoghi degli altri personaggi erano scritti su cartelli, i dialoghi di Yellow Kid apparivano sul suo camicione, ma successivamente l'autore introdurrà le caratteristiche nuvolette. Questo personaggio curioso e singolare è riconosciuto oggi come il primo protagonista di un fumetto.

I precursori del fumetto

Come abbiamo accennato, l'identità del primo personaggio dei fumetti, anche se formalmente designata, è ancora materia di discussione tra gli studiosi di storia dell'arte. Molte di queste discussioni hanno addirittura origine dalla definizione stessa di fumetto.

Questo linguaggio è spesso definito come una narrazione per immagini e, se il testo scritto non è strettamente necessario, è possibile considerare come primi esempi anche i graffiti preistorici, i geroglifici egiziani o i bassorilievi greci e romani. Tuttavia, il celebre autore newyorkese Will Eisner ci offre una definizione più puntuale: quella di arte sequenziale.

La sequenzialità contraddistingue la narrazione a fumetti, ma questa può essere riscontrata anche in antichità, in esempi come la Colonna Traiana o in alcune illustrazioni dell'arte medievale. Per arrivare al fumetto vero e proprio andranno ancora definiti degli stili di linguaggio ed espressione precisi.

La nascita del balloon

Il balloon è quello spazio bianco, rappresentato come una sorte di palloncino, che, nelle tavole a fumetto, serve a contenere i dialoghi dei personaggi. In Italia il nome "fumetto" nasce proprio da questo elemento che appare come una nuvoletta di fumo che esce dalla bocca del personaggio.

Ma anche in questo caso esistono delle rappresentazioni precedenti alla pubblicazione delle storie di Yellow Kid, come opere medievali o stampe del XVII° secolo che utilizzano soluzioni simili al balloon. Precedenti che fanno scricchiolare il suo primato. Quindi, di cosa abbiamo bisogno ancora per definire un fumetto?

L'artista statunitense Coulton Waugh, nel 1947, pubblica il saggio The Comics, il primo libro dedicato ad analizzare l'arte del fumetto. Waugh è il primo ad avanzare l'ipotesi di Yellow Kid come primo personaggio dei fumetti e offre la sua definizione del mezzo: la sequenza narrativa delle vignette, il testo inserito nei disegni e la presenza di personaggi che appaiono con regolarità nella storia.

Un'altra caratteristica importante dei fumetti, e che ne segna la nascita solo da un certo momento storico in poi, è la sua riproducibilità. Propria del fumetto è la possibilità di essere riproducibile per essere diffuso a un gran numero di lettori, un aspetto collegato alla diffusione dei giornali nella seconda metà dell'800.

Il fumetto... prima di Yellow Kid?

Ma, quindi, davvero Yellow Kid è il primo personaggio dei fumetti a tutti gli effetti? Beh... non esattamente.

Nel XIX° secolo i giornali iniziavano la loro grande diffusione e, assieme a questi, anche le strisce satiriche e umoristiche. In Europa, a Ginevra, Rodolphe Töppfer pubblica nel 1827 diversi racconti per immagini come "Histoire de M. Jabot", anche grazie ai consigli di Goethe e sono molti a considerare questo artista il primo vero fumettista.

Sempre in Europa, questa volta in Germania, l'illustratore e poeta Heinrich Christian Wilhelm Busch, realizza nel 1865, per un giornale umoristico "Fliegende Blätter", le avventure dei bambini Max e Moritz. Anche se non compare ancora il fumetto, alcuni storici del ramo, come l'italiano Palmiro Boschesi, le considerano come le prime storie a fumetti.

Passato e... futuro del fumetto

Queste opinioni contrastanti rendono la cosa ancora oggi, spinosa e soggetta alle opinioni dei vari esperti a seconda di come questi considerano il media. La creazione di fumetti, come espressione artistica, si è ritagliata un suo posto nel cuore di milioni di appassionati, raggiunti da una infinità di storie dei propri eroi, dapprima grazie alla stampa e, in tempi recenti, al web.

La nona arte, grazie al suo linguaggio semplice ma evocativo, fatto della fusione tra immagine e testo, è ideale sia per raccontare una storia che nella progettazione grafica di materiale pubblicitario messa in atto da aziende e imprese.

mercoledì 24 maggio 2023

I SAPORI GENUINI DE L’ESSE ROMAGNOLA A MILANO

 





 

Borghi d’Europa si è recata nel locale di Via Tortona per comprenderne la cucina romagnola al 100%

Milano, 24 Maggio 2023- Nella frequentata Via Tortona di Milano, in zona Navigli, sorge il ristorante La Esse Romagnola, che propone cucina di tradizione romagnola al 100% .

Il ristorante nasce a Rimini nello storico Borgo San Giuliano nel 2018 grazie all’unione d’intenti di 4 giovani imprenditori innamorati del loro territorio, riuscendo poi, grazie a un progetto di franchising che prevede investimenti esterni, ad aprire anche a Milano, con l’obiettivo chiaro di valorizzare i prodotti e i piatti della tradizione romagnola, attaverso genuinità, sorriso e convivialità.

Da Esse Romagnola il cliente troverà sempre uno spirito casalingo sano e vero, con sapori tipici.

Nella sede originaria di Rimini il menù è sicuramente più ampio, mentre nel locale di Via Tortona è più classico romagnolo.

Tra gli antipasti si può scegliere tra salumi e formaggi tipici: spicca il roast beef a bassa temperatura con spuma di pecorino e zabaione salato e cruble di pane.

I primi piatti sono un inno alla pasta fresca: cappelletti, tagliatelle e lasagne al ragù e poi anche una rivisitazione dei tagliolini alla Mussolini, saltati al burro con fonduta di parmigiano, uovo Pochè e scaglie di tartufo nero.

Invece, tra i secondi si distinguono il cinghiale in umido, le polpette al sugo, il coniglio alla cacciatora, il galletto alla griglia con salsa alle erbe e i fagioli con le cotiche.

Per quanto riguarda il vino, nella sede milanese si affidano perlopiù alle etichette della Tenuta Santini nel Riminese (Sangiovese Romagnolo) e a un Sangiovese sovrammaturato della Tenuta Santodeno, ma si possono anche trovare dei vini di altre regioni famose come il Piemonte e la Toscana.

Borghi d’Europa continuerà a comunicare le tipicità dell’Emilia Romagna nei propri format d’informazione perché terra di tradizione e passione, che merita di essere tramandata.

Così va bene!

 

martedì 23 maggio 2023

Mino Di Vita

Fotografo d'interni Milano | Mino Di Vita ha studiato scenografia all'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e successivamente si è laureato in Filosofia e Lettere (DAMS) all'Università di Bologna. Fotografo e artista dalla metà degli anni Ottanta fotografa la società nei suoi molteplici aspetti, focalizzando il suo interesse sulle connessioni tra l'uomo ei luoghi a cui è legato, indagandone le atmosfere che ne derivano. Ha svolto progetti di ricerca su Venezia, Milano, Tokyo, New York, La Habana e altre città del mondo. Ha esposto in gallerie, istituzioni e fiere d'arte internazionali e molte delle sue opere sono raccolte in collezioni private e istituzionali. È autore di diversi libri fotografici e affianca alla sua personale ricerca artistica un percorso di sperimentazione curatoriale che dal 2010 lo impegna nell'ideazione e realizzazione di progetti espositivi per la valorizzazione di talenti emergenti non solo italiani.

mercoledì 17 maggio 2023

I vini di Igor Branko a VinoCalciando, alla Trattoria e alloggi 'Agli Alberoni', alla Brussa (Caorle)

  VINOCALCIANDO nasce a Udine da una idea di tre amici Dante, Mauro e Claudio di voler giocare una partita di calcio ( cuochi contro camerieri) e degustare ottimi vini e prodotti enogastronomicia fine match.

VinoCalciando conserva oggi il nome, ma soprattutto lo spirito.

La serata di degustazione viene rinnovata di anno in anno e parte del ricavato è sempre devoluto in beneficenza.

La Trattoria e alloggi 'Agli Alberoni' è da diversi anni partner dell'evento, ma ospita solo per la seconda volta la serata nel suo grande giardino.

Una location unica in BRUSSA Immersa nella campagna a due passi dal mare dell'Oasi Naturalistica di Vallevecchia (Caorle).

La serata di degustazione vini e prodotti enogastronomici si tiene lunedì 22 maggio dalle ore

18.



Borghi d'Europa aveva incontrato Igor Erzetic e si suoi vini all'Enoteca di Cormons, nel viaggio del gusto che i giornalisti della rete internazionale avevano realizzato con Leila, nume tutelare di Alimentari Tomadin, nel 2020.

“Igor dal 1998 (diploma d’enologo) ha trasformato la realtà aziendale, prima in campagna (oggi la superficie vitata specializzata supera i sette ettari, quasi totalmente coltivati con varietà a bacca bianca), poi in cantina e nelle strutture d’accoglienza. Completamente ristrutturati i locali di vinificazione e affinamento, con attrezzature di moderna concezione, rispettose della struttura dei grappoli e degli acini. Dopo la fermentazione e l’imbottigliamento, le bottiglie riposano coricate in locali termocondizionati ed interrati quanto basta per proteggerne l’evoluzione armonica nel medio-lungo periodo.”

Quella di Branko è una “vigna-giardino”, con forme di allevamento tradizionali (“capovolto”) e francesi (“Guyot”). L’uso dei pali di legno contribuisce alla funzionalità dei lavori ed al pregio estetico dei vigneti, difesi con metodi “integrati” privilegianti formulati biologici.

https://www.youtube.com/watch?v=8ihvZbF2Rws

lunedì 15 maggio 2023

Noleggio con conducente Milano


Servizio di noleggio con conducente Milano, ideale per i tuoi trasferimenti aeroportuali, consegna di documenti e incantevoli city tour. Affidati a professionisti del settore per un viaggio comodo e senza preoccupazioni.

giovedì 11 maggio 2023

B&G Autoriparazioni

B&G Autoriparazioni è l’officina a Vanzaghello – a pochi passi da Magnago – a cui rivolgervi se necessitate di un servizio di assistenza e riparazione auto veloce, sicuro ed affidabile. La nostra autofficina offre un’ampia gamma di servizi e manodopera di qualità da oltre trent’anni a tutti coloro che abitano o viaggiano in provincia di Milano. B&G Autoriparazioni si occupa della manutenzione ordinaria e straordinaria per autovetture di ogni marchio e di lavori di carrozzeria, lucidatura, riparazione e sostituzione gomme. Ogni parte dell’auto è importante, per questo eseguiamo una serie di controlli completi e mirati per individuare ogni possibile guasto, garantendo così ai nostri clienti di viaggiare in tutta sicurezza. Se siete alla ricerca di un meccanico a Vanzaghello che sappia offrirvi servizi di alto livello a prezzi competitivi troverete in noi ciò che desiderate. Tutti i nostri interventi e controlli sono garantiti e rispettano gli standard più elevati del settore. Fiori all’occhiello della nostra officina sono la competenza e la cordialità dello staff. Da una parte abbiamo una squadra di meccanici qualificati, con una lunga esperienza alle spalle, dall’altra, un team dedicato all’assistenza della clientela che fa di tutto per offrire la migliore esperienza possibile sia a clienti abituali che di passaggio.

mercoledì 10 maggio 2023

Cosa fare in un giorno a Castellammare del Golfo



Se sei alla ricerca di un'avventura mozzafiato in Sicilia, Castellammare del Golfo è la scelta perfetta per te.

Questa pittoresca città costiera divere molte opportunità per esplorare le bellezze naturali della Sicilia Orientale.

Vediamo quali potrebbero essere allora le cose che potresti fare se passassi un solo giorno da qui.

Esplora il centro storico di Castellammare del Golfo

Il centro storico di Castellammare del Golfo è piccolo ma carino. Scoprirai le tipiche stradine strette e tortuose, i palazzi storici e le chiese affascinanti che ti faranno sentire come se fossi tornato indietro nel tempo.

Passeggia lungo le stradine come il Corso Garibaldi ed il Corso Mattarella e scopri i negozi locali, dove troverai souvenir unici e prelibatezze locali. 

Raggiungi poi Piazza Petrolo per ammirare il mare dalla bellissima balconata che delimita l’intera piazza, e scendi fino al porto per poter passeggiare a due metri dalle barche dei pescatori e scoprire il bellissimo Castello Arabo Normanno.

Visita il Castello Normanno

Il Castello Normanno è uno dei luoghi storici più importanti di Castellammare del Golfo. Questa fortezza risalente al XII secolo è stata ricostruita diverse volte nel corso dei secoli.

Oggi è aperto al pubblico e offre una vista panoramica sulla città e sul mare. Non perdere l'occasione di visitare questo importante edificio storico.

Rilassati in spiaggia

Castellammare del Golfo è circondata da spiagge incredibili. Una delle più belle è la Spiaggia di Guidaloca, con le sue acque cristalline e la sabbia dorata. Sdraiati al sole, fai un bagno rinfrescante e goditi la bellezza del paesaggio circostante.

Assapora la cucina locale

La cucina siciliana è famosa in tutto il mondo per la sua varietà e il suo sapore unico. A Castellammare del Golfo non mancano certo i ristoranti dove potrai assaggiare i piatti tipici siciliani.

Prova la pasta con le sarde, la caponata, le cassatelle e ovviamente il gelato artigianale.

Noleggia una barca per esplorare la costa

Una delle più belle esperienze da vivere a Castellammare del Golfo è noleggiare una barca e navigare lungo la costa. Potrai raggiungere i Faraglioni di Scopello, una serie di scogliere a picco sul mare, o la Riserva Naturale dello Zingaro, un'area protetta che si estende per oltre sette chilometri lungo la costa.

Agenzie come Apicella Rent Boat ti consentono di noleggiare una barca anche se non hai la patente nautica, oppure ti offrono la possibilità di fare una escursione guidata con uno skipper professionista che ti porterà alla scoperta delle bellezze di questo tratto di cosa.

Visita i Faraglioni di Scopello

I Faraglioni di Scopello sono uno dei luoghi più belli dell’intera Sicilia. Questi imponenti picchi rocciosi si ergono sul mare ed offrono una vista spettacolare. Potrai fare una nuotata nelle acque cristalline, fare dello snorkeling o semplicemente goderti il panorama.

Conclusioni

Castellammare del Golfo è una località incantevole che offre diverse opportunità di divertimento ed esplorare al tempo stesso le bellezze naturali della Sicilia.

Dedica il tuo giorno in questa zona all’attività che ti piace di più tra quelle proposte, vedrai che ti divertirai e non vedrai l'ora di tornare in questo angolo di paradiso!

l Buon Paese - L'incontro a El Magico, a Stroppari Borgo del Gusto

 Un tempo per recensire i ristoranti Luigi Veronelli, giornalista ed enogastronomo sopraffino,

consigliava agli 'ispettori' le visite in incognito, col conto pagato di tasca propria, al fine di

avere una cronaca indipendente ed efficace.


I giornalisti e i comunicatori di Borghi d'Europa, almeno quelli di antico mestiere, hanno continuato per questa strada, accompagnando i percorsi con il sistema delle visite in incognito, al di fuori del solito chiasso mediatico, che consacra gli chef come maestri di vita.




Così siamo giunti a Stroppari (Comune di Tezze sul Brenta), sulle tracce della famiglia Scopel

che alimenta con passione e competenza la filiera agroalimentare.

Non poteva mancare una visita al ristorante El Magico, guidato ed ispirato da Patricia e Domenico.


L'incontro multimediale ha concluso la giornata dedicata a Tezze sul Brenta e Stroppari, Borghi del Gusto.

Con la partecipazione del Sindaco di Tezze sul Brenta, l'estroso chef del locale, Mattia, ha saputo offrire ai commensali un saggio della propria creatività, proponendo tre piatti a base di asparagi di Fontaniva.

La trasmissione Borghi d'Europa dedica alle 'opere' di Mattia  largo spazio e racconto.

I vini che hanno accompagnato la degustazione sono stati gli autoctoni di Breganze dell'azienda agricola Col Dovigo.


A convivio anche Vicentini1966, poliedrica attività familiare di Maragnole di Breganze. In un inedito format Maria ha intervistato il fratello Paolo .




“Nel 1966 Siro e Bruna aprivano il primo panificio a Maragnole. Supportata dalla passione dei nostri collaboratori, la famiglia Vicentini investe da oltre cinquanta anni in ricerca e innovazione con l'ambizione di creare valore nel territorio. Panificazione, pasticceria e catering sono ciò che facciamo ogni giorno.

Nel 1994 apriamo la nuova sede con panificio e pasticceria. Una realtà ambiziosa per un paesino di campagna così piccolo.





Nel 2017 inauguriamo nel centro storico di Marostica un negozio con cucina a vista che incarna il nuovo spirito. Il negozio diventa un luogo di esperienza del cibo.

Dal 2018 coltiviamo il nostro grano a una manciata di chilometri dal laboratorio di produzione.

Una scelta che arriva dalla ricerca di materie prime di qualità, dal confronto e dallo scambio di idee con persone attente a una produzione etica e sostenibile per il territorio e per le persone. La nostra tradizione in evoluzione. “


Dulcis in fundo : la grappa tabacco nostrano del Brenta di Capovilla.


Racconta Cristian Bertoncello :

“L'Associazione ''Amici del Nostrano del Brenta'' nasce quasi per caso una sera di primavera del 2012. Nasce e si sviluppa come una passione, una brama di conoscenza verso la storia e lo sviluppo della pianta del tabacco Nostrano del Brenta..

Il filo conduttore che caratterizza tutti gli eventi organizzati dall'associazione è sempre lo stesso: la storia, la coltura, la cultura, la meditazione, l'eleganza ed un momento di relax.

Il gruppo organizza serate di presentazione , degustazione e narrazione sul tema tema della coltivazione e produzione del sigaro nella valle del Brenta, della riscoperta delle sue tradizioni e dei sapori di un tempo in stretta collaborazione con il Consorzio Tabacchicoltori Monte Grappa.

In una delle prime serate organizzate, più di dieci anni fa, la nostra strada incrocia quella del maestro distillatore Vittorio Gianni Capovilla. La serata, in un locale del centro storico di Bassano, è di quelle che lasciano il segno per intensità e partecipazione al punto che sul finale una stretta di mano suggella la nascita di una collaborazione. Nasce quella sera l'idea di produrre la ''grappa tabacco nostrano del brenta''.

Che ben si accompagna al sigaro Clandestino, un sigaro top di gamma come si usa dire.

Il Sigaro Clandestino è un prodotto di grandissimo pregio, realizzato con tabacchi stagionati oltre 5 anni che dopo la rifermentazione in cella vene invecchiato altri 12 mesi prima di essere controllato uno ad uno dalle maestre sigaraie.

Perché Clandestino: perché per secoli i sigari, detti ''pifferi del Brenta'' per la loro forma, venivamo sapientemente confezionati e contrabbandati a fine di sostentamento dai coltivatori della valle sottoposti alle dure e inique condizioni dei monopoli. La manifattura ha voluto ricordare questi uomini e queste donne che a rischio dell’intero proprio raccolto e conseguentemente della propria vita contribuirono ad alimentare la leggenda di questo tabacco unico al mondo.”



giovedì 4 maggio 2023

Aquositas - Di qua e di là del Piave : All'Osteria Beltrame a Spresiano fa tappa l'Europa

  I giornalisti e i comunicatori di Borghi d'Europa sono giunti alla Osteria Beltrame di Spresiano, seguendo il vino col fondo di Col Miotin.


Impegnati da anni in itinerari vagabondi, alla scoperta degli inediti del buon e bello vivere, i giornalisti stanno sviluppando un'azione (Di qua e di là del Piave) del  progetto internazionale, L'Europa delle scienze e della cultura che è Patrocinato da ESOF2020 e dalla IAI (Iniziativa Adriatico Jonica, Forum Intergovernativo per la cooperazione regionale nella Regione Adriatico Jonica), che propone percorsi informativi sui temi della sostenibilità nella filiera agroalimentare.


“ Quella buona glera col fondo, ci ha fatto conoscere un indirizzo di gola per davvero appetibile – osserva Renzo Lupatin, giornalista e presidente di Borghi d'Europa-.”


L'idea è semplice : far incontrare a convivio giornalisti, produttori, rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni locali, per confrontare le storie, valorizzare le eccellenze di territori diversi, 'informare chi informa'.




Il tutto con un approccio multimediale, che ben si adatta al carattere e alla personalità dei due anfitrioni : Laura (molto più che una cuoca, l'erede di una storia familiare centenaria) e Samuele che interpreta alla grande il ruolo di gran comunicatore, con una sportività che ha salde radici nel suo recente passato agonistico nel mondo del rugby.

“La nostra è per davvero una Osteria e tale deve rimanere. Siamo un ponte verso le produzioni del territorio e non sapremmo immaginarci un ruolo al di fuori di questa dimensione autentica.”

Semplicità, simpatia, discorsi chiari : questa è l'Osteria Beltrame.


Borghi d'Europa ha deciso di promuovere gli incontri a convivio su diversi temi in questa realtà, per poter offrire uno scampolo diverso del mondo della ristorazione trevigiana.


Qui non vi sono i guru e neppure i maestri di vita che pretendono di suggerire improbabili filosofie (sempre corroborate da conti robusti.....), qui incontrate Laura e Samuel che con umanità, professionalità certa e talento, sanno donare una accoglienza vera.


Così va bene !

Il peso del dubbio… in Federico Li Calzi permane (?)

 


È una prosa che sconfina nella poesia.

Il periodare – di una qualità ricercata – viene come accarezzato/pennellato dall’uso di un lessico che incolla il lettore in ciascuna pagina nella certezza di assaporarne gli intrecci variegati e s-coprirne i misteri di una certa sicilianità che convive col coraggio e la consapevolezza della paura.

Il ‘dubbio’ si fa ‘peso’ quando gli effetti del proprio operato coinvolgono altri che nel loro sacro diritto ad una vita serena si ritrovano ‘perseguitati’ da chi ha scelto la criminalità e non vuole pagarne le conseguenze.

Per motivi diversi, pertanto, una famiglia integerrima che sceglie la ‘giustizia’ come professione e come habitus mentale è costretta alla difesa da poteri occulti che vedono oltre le apparenze e possono colpire come e quando vogliono.

Nel romanzo si ripercorrono gli anni che hanno visto la Sicilia nel mirino della mafia. Il Giudice di Cassazione Ruggero padre di Giulio è l’emblema di una condizione in cui fare il proprio dovere, servire lo Stato è accettare l’idea che dovrà combattere in prima persona un nemico invisibile che lo porterà a tagliare i rapporti col figlio e la stessa moglie Silvia per garantire – nei limiti del possibile – la sicurezza.

Giulio, privato del conforto del padre andato via per un mese – leggasi a tempo indeterminato – inizia ad intessere la sua vita a partire dalla campagna simbolo di libertà ma in quel caso anche di solitudine forzata.

È in quella campagna che incontra Jaco col quale impara l’innesto. Che non è semplice nemmeno per uno come lui che non si arrende ai molteplici tentativi. Innestare la propria idea di mondo a partire da Jaco – figlio di una società contadina che nulla aveva a che fare con quegli anni di morti ammazzati ed in avanti di stragi – non era semplice, perché il ‘nodo’ era rappresentato soprattutto da un padre che c’era in parte sì e nella maggior parte no.

Ed è qui che prende forma la scelta di vita di Giulio: abbracciare l’educazione paterna ed essere magari più incisivo del padre. La sua carriera politica va verso questa direzione sino a prendere le redini della Presidenza del Consiglio.

Sembra che il tutto prenda la ‘giusta piega’, ma è davvero così? Quando ha influito l’attività del padre sulla vita della famiglia e in primis del figlio? Il complesso mondo dell’adultità di Giulio è dipendente dalle scelte del padre o ha a che fare con le decisioni di un figlio alla ricerca di un amore (infantile) non goduto a sufficienza?

Le donne quale peso hanno avuto nelle sue mancanze affettive?

E poi quanto c’è di autobiografico nel romanzo?

Con queste domande spero di avere dato un buon motivo ai lettori per avvicinarsi al romanzo Il peso del dubbio di Federico Li Calzi edito da Medinova.

 

Recensione di Angelo Vita

 

Fonte: https://oubliettemagazine.com/2023/04/22/il-peso-del-dubbio-di-federico-li-calzi-una-prosa-che-sconfina-nella-poesia/