“La filosofia per le sue proprietà rappresenta a mio
avviso uno strumento d’elezione per chi opera nelle professioni di aiuto,
perché permette di emanciparsi dalle varie teorie psicologiche sull’uomo e di
volgere l’attenzione alla comprensione delle specificità attraverso cui
prendono forma i comportamenti e i giudizi.” – Loredana Di Adamo
“Filosofia e clinica” di Loredana Di Adamo è un
saggio nato dall’esperienza professionale dell’autrice nell’ambito dell’autismo
di livello 1 e della neurodiversità. Edito dalla Negretto Editore (ottobre
2022) nella collana Cause e affetti diretta da Cinzia Migani, è composto
dalla prefazione del medico e psichiatra Ernesto Venturini, dalle Norme
di lettura, dall’Introduzione, dal Capitolo I denominato La variabilità
neurobiologica e l’autismo. Per una filosofia della neurodiversità, dal Capitolo
II denominato Filosofia e clinica. L’approccio esistenziale e fenomenologico
alla neurodiversità, dal Capitolo III denominato Il Parent Training
Sophia. Un approccio clinico e filosofico all’adulto, alla coppia e alla famiglia
nell’ambito dell’autismo di livello 1 e della neurodiversità, dalle
Conclusioni, da una vasta Bibliografia e chiude una parte dedicata alla
Sitografia.
Sin dalla prefazione firmata da Ernesto Venturini pare
chiara la volontà di inserimento “nel solco tracciato dalla psichiatria
fenomenologica e dalle idee di Franco Basaglia e del suo gruppo di lavoro”
aderendo “all’opera di trasformazione culturale che ha portato alla
liberazione della società dalla cultura della follia e alla chiusura dei
manicomi nel 1978 con la legge 180” per proporre una filosofia della
neurodiversità atta a rispondere all’esigenza di superamento della dicotomia
che separa il “mondo dei sani” dal “mondo dei malati mentali”. L’autrice
stessa riconosce che il progetto di “riabilitazione della filosofia nella
pratica clinica” possa essere considerato ardito per l’epoca attuale ma è
da circa un secolo che questa possibilità scalpita per essere attuata e, dal
medesimo tempo, viene considerata come inappropriata. Studiosi come Carl Gustav
Jung e James Hillman hanno fortemente battuto sul processo interattivo tra
pratica clinica, filosofica, religiosa, poetica e mitologica perché il limite
di una può diventare una porta verso l’altra di contro alla tendenza della
specializzazione dei saperi degli ultimi secoli. Concetto non dissimile dall’“immaginazione
narrativa” intesa come “capacità” illustrata da Ernesto Venturini che non
può che riportare alla mente il capitolo “Le storie cliniche come narrativa” di
Hillman nel quale si presupponeva la necessità, per ogni essere umano, di
“arrivare al racconto” come se, citando la poesia di Costantino Kavafis, arrivare
ad Itaca non sia la meta ma lo strumento che permette il viaggio.
“Per comprendere la complessità del mondo non basta usare
solo la logica e la conoscenza fattuale. Serve un terzo elemento che mi piace
definire “l’immaginazione narrativa”: la capacità di mettersi nei panni di
qualcuno, di essere un lettore intelligente della sua storia, di comprenderne
le emozioni e i desideri. Intendo riferirmi, in sostanza, a quell’atteggiamento
che siamo soliti chiamare “empatia”.” – Ernesto Venturini nella
prefazione
Perno del libro “Filosofia e clinica” è la
sostituzione del termine “diagnosi psichiatrica” con neurodiversità, parola
coniata nel 1990 dalla sociologa australiana Judy Singer e successivamente
utilizzata dallo psicologo Thomas Armstrong, come soluzione allo stigma di
alcune condizioni cliniche così da ampliare la variabilità neurobiologica
esistente in natura. Il saggio non è rivolto solo ai professionisti dei
vari settori specialistici chiamati in causa ma, essendo di piacevole lettura,
è consigliabile anche ai familiari che si trovano in relazione con casi di
autismo 1 ed a tutti coloro che si interessano di società e diversità.
“Nell’autismo sono definiti comportamenti problema le
crisi di rabbia inaspettate, l’isolamento, le stereotipie, gli atteggiamenti
ossessivi e le domande ripetute, le condotte disfunzionali legate al sonno e la
selettività alimentare, le difficoltà scolastiche e lavorative, il bisogno di
immodificabilità. Tra i comportamenti problema figurano anche le condotte
lesive o autolesive e il ricorso a forme di autocura spesso in linea con un
interesse personale.” – Loredana Di Adamo
Il cambiamento che l’autrice prospetta è il passaggio dal
modello biomedico ad un modello biopsico-sociale nel quale “osservare la
differenza neurobiologica non come una patologia, ma come l’effetto di una
vulnerabilità che appartiene allo spettro della neurodiversità e che riguarda
l’uomo, i suoi modi di espressione ma soprattutto l’ambiente di vita”.
È necessario, dunque, avviare un rapporto con le famiglie
percorrendo innanzitutto l’excursus storico dell’autismo: da psicopatia
autistica sino al concetto di neuroatipicità per una rinnovata lettura del
reale così da permettere una “nuova” interpretazione. Di fondamentale
importanza è la promozione di spazi e modi per gestire e trasformare la
sofferenza perché, nella maggior parte dei casi, viene occultata a causa di
visioni del mondo rigide e ridotte. Il Parent Training Sophia è di
fondamentale supporto per la formazione dei genitori in modo da proporre il
confronto attuato con l’attività dialogica e la pratica fenomenologica,
così da poter evitare l’abuso di farmaci, terapie e trattamenti sanitari.
Ogni passo è volto verso il riportare in luce il concetto
di “cura” come esercizio alla cura di sé, degli altri e del mondo
nell’ambito della pratica filosofica, una sorta di terapia delle idee per dare
la possibilità di essere padroni dell’atto stesso di pensare.
“L’errore di una parte della psichiatria e della
psicologia è invece, ancora oggi, voler ricondurre la conoscenza della persona
alla spiegazione e al rapporto di causa-effetto, seguendo la concezione normale
dei comportamenti. Purtroppo, questo modo di avvicinarsi al mondo dell’altro
non fa che annullare l’orizzonte di senso del soggetto, indirizzando altrove la
cura. Come afferma Eugenio Borgna, quando la psicologia e la psichiatria
perdono di vista l’uomo nella sua unicità diventano «scienze umane che hanno
dinanzi a sé orizzonti oscuri e talora inafferrabili (irraggiungibili)», non
più capaci di arrivare a quelle profondità di senso a cui si può pervenire
immergendosi in esse e nella loro singolarità. In questa prospettiva i dati dei
test, seppur utili, spesso sono solo il risultato di una procedura che avviene
senza una naturalezza di intenti e in un contesto non ecologico, dove il
distacco necessario tra chi somministra e chi svolge il test non consente
l’emersione di ciò che ha carattere di possibilità, e che si esplica più
facilmente nel vivo della relazione.” – Loredana Di Adamo
Il volume è impreziosito da pertinenti citazioni che
aprono ogni capitolo e paragrafo e che riflettono l’intento dell’autrice di
amalgamare le diverse discipline; si riportano solo alcuni dei nomi degli scrittori,
poeti, filosofi e psicologi presenti: Karl Jaspers, Franco Basaglia, Friedrich
Nietzsche, Plutarco, Oliver Sacks, Seneca, Ludwig Binswanger, Michel Foucault,
Rainer Maria Rilke, Ludwig Wittgenstein, Martin Heidegger.
“Filosofia e clinica” è molto più di quanto fin qui
espresso, per averne una visione completa si dovrebbe leggere il saggio e
non basarsi su questo breve articolo. Si chiude con un interrogativo che
richiama l’isolamento degli autistici e la necessità di integrazione
della diversità espresso da un neurologo britannico citato più volte da
Loredana Di Adamo, Oliver Sacks: “C’è posto nel mondo per un uomo che
è come un’isola, che non può essere acculturato, reso parte della terraferma?
Può la terraferma accogliere il singolare, fargli posto?”
Loredana Di Adamo è una psicologa di orientamento Umanistico-Esistenziale.
Si è laureata in Psicologia Clinica e della Riabilitazione, ha conseguito la
Laurea Magistrale in Filosofia e Neuroscienze con il massimo dei voti, ed ha
svolto un Master Universitario in Estetica Medica e Medicina del Benessere.
Specializzata nell’ambito dei progetti di supporto per l’autismo e la
neurodiversità rivolti alla persona e alla famiglia. Da decenni svolge attività
di docenza negli Istituti professionali seguendo alunni con Bisogni Educativi
Speciali (BES) e Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA). Svolge attività di
Parent Training presso CuoreMenteLab. Si occupa di divulgazione di articoli su
riviste specialistiche, tra cui Ágalma di Mimesis.
Written by Alessia Mocci
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