Una nuova identità musicale misteriosa, animata da influenze che aleggiano nell’alternative rock angloamericano e nel cantautorato indie italiano, prende forma attraverso un brano che affronta con disincanto l’accettazione del cambiamento.
Il bufalo, animale possente, massiccio. All’apparenza forte, solido. Ma in questo brano, onirico e visionario, è reso vulnerabile, in preda alle contraddizioni e soggetto a mutamenti: di forma, di stato, di significato.
Bufalo: tre sillabe diventano un ritornello che si scolpisce nella memoria dell’ascoltatore come un mantra. Un brano che simboleggia il cambiamento: la sua inevitabilità, la sua continua ricerca; concetto sottolineato musicalmente dall’alternarsi di un rock ipnotico e serrato, che cede il passo ad uno stato di calma apparente dal ritmo elettronico, e a chitarre acide sullo sfondo.
“Amore bufalo” si fa portavoce del più grande valore a cui possiamo ambire: la capacità di accettare di cambiare. Di distinguerci. Di trovare il nostro posto nel mondo: “ti scioglierai, pillola nel mare e tornerai fatale, nuova cuspide nel segno zodiacale Bufalo”.
“Le Memorie dell’Acqua” è il disco d’esordio – in prossima uscita - del cantautore. Dagli ascolti che spaziano da Wilco a Lucio Battisti, dai Beatles a Umberto Maria Giardini, nasce un progetto mosso dall’esigenza di delineare il proprio vissuto: prima per raccontarselo e comprenderlo, poi per affidarlo all’acqua, affinché lo trasporti in modo trasparente e senza giudizio. L’album è stato registrato presso i Tup Studio di Brescia da Pierluigi Ballarin e presso i Raw Studios di Bologna da Angelo Epifani.
BIO
In una Bologna fucina di fermenti culturali, Pierpaolo Marconcini, pubblicitario classe 1983, diventa Lo yeti.
Lo yeti è un essere che vive una realtà fisica manifesta disegnata da noi, in base alle nostre esperienze, alle storie che abbiamo sentito di lui, alle immagini che abbiamo visto. Una creatura leggendaria che prende forma grazie alla soggettività di chi lo pensa, proiettando su di lui ciò che vuole vedere. Allo stesso modo la sua musica, pur raccogliendo e decodificando ricordi personali, si adatta al vissuto dell’ascoltatore lasciando spazio al significato che ognuno ne vuole trarre. Il suo eterogeneo percorso artistico e musicale gli permette di vestire ogni brano in modo diverso ed adeguato, per sottolineare l’intimità testuale e l’umore del brano stesso. Ugualmente la sua voce, avvolgente ed espressiva, lascia un’impronta caratteristica su ogni melodia. La scrittura musicale de Lo yeti, chitarrista e pianista, è ricca e mai banale, e riesce ad arrivare in maniera immediata e viscerale. L’arrangiamento e la produzione del suono aiutano a creare un’identità forte al progetto musicale.
Grazie all’apporto del bassista Marco Milani, parte integrante del progetto fin dall’inizio che ha notevolmente contributo all’evoluzione dei brani, e del musicista/fonico Pierluigi Ballarin, il progetto Lo yeti si arricchisce di ritmi e forme elettroniche, archi, synth e fiati.
Nel 2016 l’incontro con il musicista/produttore Angelo Epifani porta alla definitiva versione de Le Memorie dell’Acqua, disco d’esordio de Lo yeti.
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