"Si può e si deve fare di più per sostenere le donne nell'imprenditoria": il monito di Anna Tavano, Head of Global Banking di HSBC Italia, alla luce dei risultati di "She's the Business", report globale sulle disparità di genere nell'imprenditoria.
Anna Tavano: "She's The Business", report globale di HSBC, evidenzia le disparità di genere nel fare impresa
"Si può e si deve fare di più per sostenere le donne nell'imprenditoria": le parole di
Anna Tavano, Head of Global Banking di HSBC Italia, sintetizzano efficacemente quanto emerge dal report "She's the Business". Lo studio, il primo al mondo a mettere in luce le difficoltà che le imprenditrici trovano nel reperire fondi per avviare e sostenere le proprie attività, ha coinvolto oltre 1.200 donne in Europa, Asia, Messico, Medio Oriente e Stati Uniti. Il report è stato per analizzare le sfide che le donne sono chiamate ad affrontare quotidianamente nell'intraprendere il loro percorso professionale nell'imprenditoria.
"Ciò che emerge chiaramente da questa ricerca su scala globale è che vi è disparità anche quando le donne fanno le imprenditrici, e trovano maggiori difficoltà nel raccogliere capitali", ha sottolineato in merito
Anna Tavano, Head of Global Banking di HSBC Italia: i risultati dello studio denotano infatti come più di un terzo delle donne imprenditrici debba affrontare pregiudizi di genere durante la fase di raccolta di capitali. Un trend che emerge in particolare dalla fase di valutazione dell'investimento, durante il quale vengono loro poste domande finalizzate a verificarne la loro credibilità come imprenditrici.
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Il report "She's the Business", su cui si è espressa anche la Head of Global Banking di HSBC Italia
Anna Tavano, rileva come in merito alle disparità di genere persistano grandi differenze tra i mercati. Livelli più elevati si riscontrano in Regno Unito (54%) e Stati Uniti (46%), mercati occidentali e maturi. La percentuale di disparità più bassa è stata individuata invece nella Cina continentale (17%). Nonostante ciò se le imprenditrici di Hong Kong (68%) e Singapore (59%) hanno meno probabilità di ottenere finanziamenti, l'investment pitch delle statunitensi (65%) e delle francesi (62%) godono di maggiori possibilità di successo. Questo anche a fronte di un'ulteriore complicanza, riscontrabile proprio in fase di lancio di nuovi finanziamenti: il 61% del campione, quasi due terzi, ammette infatti di essersi trovato davanti a team di valutazione composti quasi esclusivamente da investitori uomini. Non solo: dallo studio si evince inoltre come a livello globale, a parità di condizioni, le imprenditrici raccolgano in media il 5% di capitali in meno rispetto ai colleghi uomini. Le differenze maggiori sono state localizzate negli Stati Uniti (8%), in Francia (7%) e nel Regno Unito (6%). Di conseguenza, il 58% delle donne imprenditrici intervistate teme che le differenze di genere possano compromettere le fasi di raccolta di capitali. Insomma, un quadro non propriamente edificante. Per invertire la tendenza, serve grande impegno, come osserva
Anna Tavano:
"HSBC lavora con gli imprenditori di tutto il mondo e vogliamo aiutare le donne a far crescere le loro imprese attraverso la raccolta di fondi, la creazione di network e opportunità di mentorship. La nostra partnership con AllBright ci rende molto orgogliosi, in quanto ci permette di sostenere network di donne".