giovedì 5 marzo 2015

Scuola di Psicoterapia Cognitiva e interpretazione dei fatti

La scuola di psicoterapia cognitiva, come l’omonima terapia, si fonda sui principi e i processi della psicologia cognitiva, strettamente correlati a diversi tipi di disturbi psicologici e psichiatrici (si pensi alla gestione dei disturbi d’ansia, dell’umore, disturbi della personalità, psicosi ed altre forme sindromiche). Molteplici studi hanno dimostrato che le nostre reazioni, i nostri comportamenti sono spesso frutto del modo in cui viviamo, in cui interpretiamo varie situazioni e del significato che ad esse diamo. Ma il vero quesito è: perché interpretiamo gli eventi (banali o non banali che siano)?

Gli “errori” cognitivi appresi nella Scuola di Psicoterapia Cognitiva
Dati i suoi elevati tassi di efficacia, in termini di riduzione sintomatologica, la terapia studiata nella scuola di Psicoterapia Cognitiva è stata spesso adoperata come parametro di riferimento per altri tipi di psicoterapie. Più precisamente, il suo trattamento prevede una combinazione di interventi verbali e di tecniche atte a modificare il comportamento, per così aiutare il soggetto in questione ad identificare le proprie cognizioni disfunzionali. Ecco quindi che, in qualsiasi Scuola di Psicoterapia Cognitiva che si rispetti, è doveroso imparare ad individuare i cosiddetti “errori” cognitivi:
- Interferenze arbitrarie (ovvero il giungere a conclusioni affrettate, senza evidenze per provarne la veridicità);
- Astrazione selettiva (ovvero il focalizzarsi esclusivamente su un dettaglio di una data situazione, senza tener conto del resto);
- Sovrageneralizzazione (avanzare una conclusione generale, partendo da una singola situazione);
- Minimizzazione/ sovrastima (ovvero il sottovalutare le proprie competenze, doti);
- Omogeneizzazioni (portare tutte le opinioni altrui sullo stesso piano);
- Sottovalutazione degli aspetti positivi (ovvero il non sapere dare il giusto peso o valore ad una determinata comportamento o situazione);

Se gli “eventi” tormentano, la scuola di Psicoterapia Cognitiva risponde
Una volta premessi i tratti distintivi e l’efficacia dell’omonima terapia studiata nella Scuola di Psicoterapia Cognitiva e spiegati i cosiddetti “errori cognitivi”, possiamo ora rispondere al quesito iniziale: perché interpretiamo gli eventi? Ognuno di noi tenta di dare un senso a tutto ciò che accade, che ci circonda, organizzando le esperienze in modo da non essere sopraffatti dalla grande quantità di stimoli a cui siamo sottoposti quotidianamente. Tuttavia, con lo scorrere del tempo, le varie “interpretazioni” date portano a “fissare” determinati convincimenti e, pertanto, atteggiamenti che non sempre risultano essere coerenti con la realtà, o comunque funzionali al nostro benessere. Nello specifico, la scuola di Psicoterapia Cognitiva insegna che vi sono tre livelli di cognizione, ovvero:
- Convinzioni profonde (o schemi cognitivi): intendiamo una costante tendenza ad attribuire un certo significato agli eventi. Ad esempio, il soggetto che si reputa una persona “non amabile” è portato a pensare che nessuno mai potrà amarlo e che tutto ciò che gli capita è prova lampante di questa stessa convinzione.
- Convinzioni intermedie: riguardano interpretazioni su noi stessi, sugli altri o sul mondo in generale che consentono di prendere decisioni in tempi brevi ed orientarci  nelle relazioni con gli altri. Esse si traducono in opinioni e regole.
- Pensieri automatici: si riflettono nelle parole, piccole frasi o immagini strettamente connesse al pensiero che una persona ha su di sé e che interferiscono sul suo stesso stato emotivo (ad es. “Sarò sempre un f

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